Da cattivo a eroe d'annata: Palermo già rimpiange Gilardino

Il bomber lascia dopo una sola stagione. Un potenziale capitano costretto a un addio in sordina.

Da cattivo a eroe d'annata: Palermo già rimpiange Gilardino

Ciao Gila. Da avversario odiato a bomber rimpianto. Non certo da Zamparini, che si libera di un ingaggio pesante e di un attaccante ritenuto non congeniale al modo di giocare del Palermo. Peraltro con quel “difetto” dell’età che, storicamente, viene considerato tale dal patron. Il rimpianto appartiene ai tifosi, che dell’ex cattivo reo di aver segnato con la mano sotto la curva nord (il 31 ottobre 2008 con la casacca della Fiorentina) hanno apprezzato professionalità, voglia di fare e doti realizzative. Dieci gol in campionato e uno in Coppa Italia, tra mille difficoltà. Giusto il tempo per farsi apprezzare.

 

Si è giunti a una rescissione oramai solamente da ufficializzare ma già esecutiva. Dopo aver ottenuto una salvezza risicatissima e aver assistito all’addio di quei senatori che, più degli altri, si erano ostinati a crederci anche quando la logica induceva a mettere nel conto il ritorno tra i cadetti. Nell’immaginario collettivo della passione per le vicende rosanero Gilardino doveva essere il capitano, il tramite tra un capitolo che si andava a chiudere con il lieto fine e un altro di cui non si conosce neppure l’antefatto. E invece il centravanti biellese non farà neanche a tempo ad andare in ritiro.

 

Non rimane altro da fare se non attendere che vengano scritte le prime righe di questa ennesima rivoluzione tecnica tutta da decifrare. Si riparte da capo, ancora una volta. Senza riferimenti precisi, o meglio con un unico punto di riferimento imposto dal diritto di proprietà. Il Palermo è di Zamparini e spetta a lui il diritto di scegliere, tuttavia la conferma di Gilardino poteva rappresentare un atto di condiscendenza per riavvicinarsi alla tifoseria. Nulla da fare. Sorrentino, Maresca, Gilardino e, questione di tempo, Vazquez: gli eroi della sfida col Verona tramutati in materiale d’archivio. Eppure c’era chi sarebbe rimasto.

 

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