Palermo, adesso fuori le palle

Niente più alibi. I giocatori sono quelli che scendono in campo e devono dare il massimo per questa città e per questi colori

Non è il momento di usare belle parole, il Palermo e Palermo rischiano di scendere di nuovo nell'inferno della B, per la seconda volta nel giro di tre anni.  Si dice in giro che tutte le colpe siano di Zamparini, ma concordiamo fino ad un certo punto. L'organico è incompleto, diversi giocatori non sono pronti per il massimo campionato di serie A, alcuni di essi non lo saranno mai, in quanto tecnicamente mediocri; ma Sorrentino, Vazquez, Gilardino, Hiljemark, Lazaar, Gonzalez su tutti, fanno del Palermo una squadra superiore a Carpi e Frosinone. E' arrivato il momento, dunque, di mettere da parte ogni alibi e di sudare la maglia. L'atteggiamento remissivo delle ultime domeniche deve essere da adesso in poi solo un triste ricordo. La tifoseria palermitana è "educata" e civile e ha preferito tifare, piuttosto che minacciare o usare violenza; e di ciò siamo orgogliosi. Ma tutto ciò non deve essere scambiato per lassismo o per mancanza di amore verso i colori rosa nero. I giocatori non provino a pensare che siano nella terra di nessuno perché la curva è spaccata e perché poca gente va allo stadio. I tifosi ci sono e soffrono in silenzio. Ma in campo non vanno loro e nemmeno il presidente. Pertanto, anche se è Zamparini al momento nell'occhio del ciclone, nessuno ha distolto l'attenzione da chi scende sul terreno di gioco. In caso di retrocessione (scongiuri), saranno proprio i calciatori i principali responsabili di una stagione sciagurata. Fuori le palle, dunque, Palermo deve salvarsi. Poi liberi tutti, soprattutto chi sta dimostrando di non avere a cuore  i colori di una società importante come quella rosa nero.

Michele Sardo