Palermo a sprazzi, poi tanta paura

Il gioco è migliorato ma si stenta sempre. Il campionato sta finendo e noi cerchiamo ancora...

Palermo a sprazzi, poi tanta paura

Adesso sì, adesso è tempo di aver paura. A questo punto, il rischio serie B è davvero concreto. Non uno spettro da allontanare ma una realtà da accettare e con cui convivere: il metodo migliore per evitarla. Il Palermo è questo: una squadra ammalata che crea poco e subisce tantissimo. Un colabrodo da cinquanta reti incassate in campionato con in classifica un +1 sul Frosinone terzultimo da lacrime e sangue. A San Siro è finita come nei peggiori incubi: ko 3-1, senza uno straccio di prestazione, uno straccio di prova di personalità. Fa male, perché l’impressione è che in campo il Palermo abbia dato il massimo ma senza mai essere in grado di pungere l’Inter. Anche perchè Iachini ha scelto di parcheggiare il pullman rosanero davanti alla porta di Sorrentino ma già dopo venti minuti è stato costretto a determinanti variazioni sul tema con Ljajic e Icardi a mettere in chiaro che l’Inter ha voglia di banchettare in casa propria. Due a zero dopo ventitrè minuti, per due reti che in comune hanno la scarsissima reattività dei rosanero. Maresca e Andelkovic danno il passepartout della difesa rosanero a Ljajic, Chochev e Pezzella regalano terreno fertile a Palacio per l’assist a Icardi. Insomma, a metà primo tempo, già tutto da rivedere. Non sarà l’Inter straripante del 3-0 alla Juventus ma basta e avanza per mandare ko i rosanero: il dominio nerazzurro è soprattutto sulle fasce, tra esterni alti e esterni bassi. E così le due catene laterali del Palermo si sfaldano. Anche se l’unico merito rosa è quello di approfittare dei cronici cali di tensione dell’Inter: da qui, nasce l’unico sorriso di serata, il gol di Vazquez che per la prima volta va in gol a San Siro. Rete che ha garantito un interessante approccio rosa alla ripresa ma l’inconsistenza della fase difensiva ha poi portato Perisic al tris. Male, tutto male. Da salvare? Sprazzi di Vazquez e Hiljemark, poi il vuoto. Quando hai il terzultimo posto un punto dietro di te e il Napoli come prossimo avversario puoi solo attrezzarti per un miracolo e sperare. Di non sparire.