Coronavirus, ritorno in classe ed esami: il punto
Redazione 
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La speranza è sempre quella di vedere la luce in fondo al tunnel. L'emergenza Coronavirus non conosce ancora freno, e se da un lato gli esperti vedono vicinissimo il picco prima della lenta e graduale discesa dei contagi, dall'altro si allontana sempre di più il momento del ritorno alla vita di tutti i giorni. Da un punto di vista soprattutto economico i danni si faticano a calcolare, ma anche altri settori faticano enormemente e i danni causati dal blocco totale imposto dal Governo hanno colpito anche l'istruzione.
La chiusura delle scuole è stata una mossa necessaria e sacrosanta, e nell'attesa di miglioramenti in termini di contagi le riflessioni vanno sul se e come riprendere gli anni scolastici interrotti. «Si tornerà a scuola se e quando, sulla base di quanto stabilito dalle autorità sanitarie, le condizioni lo consentiranno»: il punto della situazione è stato messo in chiaro da subito dal ministro della Salute Roberto Speranza ed è stato ribadito da quest'ultimo anche ieri in Senato. Al momento l'unica certezza in merito al capitolo istruzione è che verrà prorogato lo stop delle lezioni, che al momento è previsto fino a venerdì prossimo e subirà l'inevitabile nuovo rinvio.
Come si legge su PalermoToday il Comitato Tecnico Scientifico, ad inizio mese di aprile, si pronuncerà in merito alle mosse da prendere per l'emergenza Coronavirus. Se da un lato qualcuno ritiene ancora possibile la ripresa delle lezioni nel mese di maggio dall'altro la sensazione generale, che si percepisce in tutto il paese, è che l'anno scolastico 2019-2020 si possa ritenere chiuso. Di fronte alla peggiore delle ipotesi ovvero della ripresa degli studi direttamente dal prossimo anno scolastico, la preoccupazione principale diventa risolvere il nodo legato agli esami di maturità 2020. Ritorno in classe o meno, gli esami di stato sono una tappa fondamentale che bisogna preservare, e in seno ai più alti organi dell'istruzione italiana si studiano nuove soluzioni per provvedere allo svolgimento di quest'ultimo con soluzioni alternative.
«Il mio orientamento è di proporre una commissione formata da soli membri interni, con presidenti esterni. Da un lato, ciò vale a tutelare gli apprendimenti effettivamente acquisiti. Dall'altro, un presidente esterno si fa garante della regolarità dell'intero percorso d'esame»: le parole del ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina pronunciate ieri in Senato in merito alla questione maturità 2020, soluzione che sondaggi alla mano pare sia accettata da larga parte degli studenti.
Nessuna decisone ufficiale, ma nel frattempo anche da parte di Azzolina è arrivato il diktat sulla situazione sanitaria del paese alla base di ogni decisione, con la garazia di condizioni ottimali e supporto totale per svolgere al meglio il nuovo esame di stato. Sui criteri di ammissione si sta valutando di rimuovere i requisiti delle prove Invalsi come criterio così come si sta considerando, su richiesta delle associazioni degli studenti, anche l'ammissione con il cinque mentre verranno rivalutate, con ogni probabilità, anche le percentuali nella composizione del voto finale che al momento rimangono un vero e proprio rebus.
A prescindere dalle decisioni che verranno prese nelle prossime settimane, il ministro dell'Istruzione conferma che non verrà intaccata in nessun modo la validità dell'anno scolastico 2019-2020. "Qualora le istituzioni scolastiche del sistema nazionale d'istruzione non possono effettuare almeno 200 giorni di lezione, a seguito delle misure di contenimento del Covid-19, l'anno scolastico 2019-2020 conserva comunque validità": così recita l'articolo 32 del decreto-legge n. 9, con la speranza che gli studenti possano tornare presto nei banchi di scuola come testimonianza della vittoria dell'istruzione contro ogni avversario della vita, anche il Coronavirus.
