Il presente, l'Italia e l'infanzia. Parla Kraja

Il presente, l'Italia e l'infanzia. Parla Kraja

"Ammiro molto Isco e a volte cerco di imitarne anche le movenze, ma non so se ci riesco. Lui su tutti, ma mi piacciono tutti quelli che hanno quelle caratteristiche tipo Iniesta o Xavi".

 

Inizia così l'intervista di Erdis kraja dalle colonne de La Repubblica.

Il centrocampista rosanero, autentica sorpresa di questa prima parte di stagione, si racconta al quotidiano parlando del presente rosanero ma anche di se stesso e del futuro.

 

Il ruolo preferito

La domanda sul ruolo in cui preferisco giocare è quella che mi fanno più spesso. 

Tutti mi chiedono dove mi trovi meglio, visto che ho giocato da difensore centrale, da centrocampista e Pergolizzi - continua Kraja - mi ha anche reinventato trequartista. Rispondo sempre ‘dove mi mette il mister’. Cerco di dare il massimo, secondo me è il campo a dire la zona in cui rendo meglio. Cerco di adattarmi a qualsiasi ruolo, che sia il portiere o il terzino: per me è uguale.

 

L'infanzia, i genitori e l'approdo in Italia

Sono nato a Chiari, in provincia di Brescia, i miei sono arrivati in Italia negli anni Novanta. Prima è arrivato mio padre Jetmir, poi l’ha seguito mia madre Ilvana. Mi hanno raccontato molto dell’Albania. Quando ero più piccolo ci andavamo spesso, ora mi capita di andare un po’ meno: mi piace tornare dove ho le mie radici. Mi ritrovo con la cultura e il modo di pensare degli albanesi. Se gli ho mai chiesto il perché dell’arrivo in Italia? Era un periodo brutto, c’era la guerra e non c’erano possibilità di lavoro. 

Mio padre ha deciso di arrivare in Italia da immigrato e ha trovato lavoro come muratore. Il 73 che porto come numero di maglia è dedicato a lui. Quello è il suo anno di nascita.

 

Dalla primavera dell'Atalanta al Palermo

È stato un balzo incredibile. Giocare a Palermo, una piazza che non è da D mi sta formando molto. Bergamo non è piccola, ma rispetto a una Primavera lì a una prima squadra qui il salto è enorme. Il livello della nostra squadra è molto più alto di una formazione di D normale. Lontano dal ‘Barbera’ troviamo qualche difficoltà perché per forza di cose ci sono campi sui quali è difficili esprimere il nostro gioco. Però ci proviamo lo stesso e fino ad ora ci è andata bene.

 

Allenatore preferito

Guardiola su tutti, per il gioco che esprime. Ovunque vada lascia la sua impronta, anche ora con il Manchester City. Ma anche Conte: riesce a fare sempre un lavoro incredibile. È un allenatore perfetto per fare esprimere i giovani al massimo.

 

Infine un pensiero su Palermo e il futuro

Mi piace viverla. Soprattutto la zona del centro storico. Mi piace incontrare gente: anche il traffico mi piace. Le città mi piace viverle con tutto quello che hanno dentro. Mi trovo molto bene a Palermo. 

Il mio futuro lo spero con il pallone fra i piedi. A Palermo mi trovo bene, ma è un po’ presto per parlare di futuro. Sono in prestito dall’ Atalanta. Non ho obiettivi a lungo termine, penso sempre giorno dopo giorno. Guardo più il presente: il futuro è determinato da quello che fai nel presente. Penso solo a crescere.