Giovanni Bosi: "Non basta il talento, ci vogliono impegno e dedizione"

Giovanni Bosi e Dario Baccin hanno parlato dei successi raggiunti con i settore giovanile rosanero e del Palermo del futuro

Giovanni Bosi e Dario Baccin sono stati ospiti della rubrica mattutina Buongiorno Regione di Tgr per parlare della primavera del Palermo, dopo i successi che hanno portato i rosanero fino alla finale della Viareggio Cup. Ecco le parole dell'allenatore della Primavera Giovanni Bosi. La primavera del Palermo con impegno e dedizione è arrivata sino alla finale della Viareggio Cup, complimenti a lei e ai suoi ragazzi. "Il nostro obiettivo è fare diventare questi ragazzi dei buoni professionisti attraverso delle prestazioni che devono portare a una crescita costante, come abbiamo fatto in questo torneo. C'è tanto rammarico, perché dopo il percorso fatto meritavamo di vincere questo trofeoRivolgo i complimenti ai miei ragazzi, sono stati veramente bravi." Molti di questi ragazzi continuano a studiare. Cosa chiede un allenatore a dei ragazzi che devono conciliare la vita sportiva con quella fuori dal campo? "Se si vuol fare dello sport a certi livelli bisogna avere un forte senso del sacrificio. Ogni ragazzo del nostro settore giovanile deve abbinare lo studio al calcio. La scuola è importantissima, e noi facciamo di tutto per far conciliare le due cose nella vita di ogni ragazzo, anche se in Italia non esiste un sistema che prevede questo connubio come in altri paesi." Quante sono le ore di allenamento in una giornata? "Io richiedo ai miei ragazzi di sacrificare due ore della giornata all'allenamento, il problema è che noi ci alleniamo fuori Palermo, quindi considerando gli spostamenti questi ragazzi sono impegnati tutto il pomeriggio. Devono esser bravi loro a recuperare dopo l'allenamento, se ci dono dedizione e passione in entrambi i campi (calcio-studio, ndr) si possono conciliare entrambe le cose." Quando un allenatore si rende conto di avere a disposizione un talento? "Il talento si vede subito, alcune qualità si hanno fin da piccolissimi. Io, però, dico ai miei ragazzi che per diventare  grandi professionisti non bastano i piedi e le qualità fisiche, ci voglioni grandi doti morali. Se vogliono diventare grandi campioni, i ragazzi non devono mai accontentarsi, ma piuttosto pensare di doversi migliorare sempre."