Difesa distratta. La Gumina c'è. Le pagelle
Una prestazione intensa dei rosa. Da rivedere la retroguardia
Non basta il cambio d’allenatore per evitare al Palermo l’ennesimo svanire di punti pesanti nel finale di gara. Roberto Stellone stava per battezzare il suo esordio con una vittoria di capitale importanza contro la sua ex squadra ma alla fine contro il Bari è arrivato un pareggio giusto per quel che ha detto il campo ma beffardo per le circostanze in cui è maturato.
Per quasi tutto il tempo di gioco Palermo-Bari è stato uno sfibrante incontro di scacchi tra due squadre di buon livello che si temevano, combattuto soprattutto a centrocampo, dove sia Murawski (6 +) che Chochev (6 +) hanno giocato con presenza di spirito facendo un lavoro oscuro ma efficace. Lo stesso aggettivo non si può usare per definire le prestazioni di un Coronado (5,5) abbastanza spento e di Gnahorè (5,5) schierato inizialmente da esterno tattico alla Koke, che non è riuscito a incidere e a creare nulla nonostante la grande libertà di movimento.
A rompere la simmetria perfetta della partita ci aveva pensato La Gumina (6,5) che alla sua generosità sta cominciando ad abbinare l’affidabilità sotto porta, bravo nel controllare e insaccare una torre eccezionale di Moreo (6 +) che ha riscattato il colpo di testa loffio nella prima vera occasione rosanero, giustificando alla grande il suo ingresso. L’espulsione di Marrone sembrava aver indirizzato la gara verso l’epilogo più auspicato ma a ridosso dell’injury-time è arrivato l’amaro pareggio. Ad eccezione di Aleesami (6) poco brillante in fase di spinta ma molto attento in difesa e di un Pomini (6 per la lunga corsa fatta per sedare gli animi) incolpevole i cui guanti son rimasti intonsi, la difesa fino ad allora impeccabile, ha fatto una frittata collegiale.
Il pareggio di Nenè nasce da tre errori in rapida successione: Rajkovic (5,5) respinge di testa il cross di Galano con la stessa postura di Antonello Fassari sul cocco scucchiaiato da Ezio Greggio nel film “Selvaggi”; sul pallone vagante Rispoli (5,5) si fa tagliare fuori da Floro Flores, giocatore fisicamente al suo pari, manco fosse Shaquille O’Neal; Dawdowicz (5), entrato al posto di Struna (6) positivo fino al suo infortunio, si fa venire la sindrome di Stendhal restando immobile senza seguire Nenè, poi lesto a colpire. A quel punto la gara, inaspritasi fisicamente con le due squadre ormai in riserva, non poteva più riservare altro e alla fine forse qualcuno avrà pensato sia al sandwich su un positivo Rolando (6 +) in area di rigore del Bari nel primo tempo, sia soprattutto al bel tiro in spaccata a lato di poco di Fiordilino (6) che avrebbero potuto rendere diversa la storia di questa partita.
Tenendo conto della portata dell’avversario non si può certo dire che sia un brutto risultato ma per quella che è stata l’evoluzione della gara e per la possibilità che si era concretizzata il Palermo (6 -) alla fine non può non avere dei rimpianti per un successo pesantissimo che era lì a un passo. In ogni caso non è assolutamente tutto da buttar via. Il primo Palermo di Stellone (6 +), che ha azzeccato la mossa che sarebbe potuta essere vincente sfruttando la gara anche per capire quale stoffa si addica meglio alla sua squadra, è apparso (nonostante il persistere di quei problemi di natura fisica e mentale già visti in questo frangente) decisamente più intenso di quello visto nelle ultime uscite di Tedino ed è proprio dall’intensità e dalla presenza di spirito che il Palermo deve ripartire per centrare la promozione, qualunque sia la via.