Di padre in figlia: Mari Infurna, cuore rosanero emigrato

La passione per il Palermo supera tutte le distanze e la nostra città vista da lontano è ancor più bella

Di padre in figlia: Mari Infurna, cuore rosanero emigrato

Se fino a qualche decennio fa il calcio era un argomento prettamente maschile, oggi le donne che amano questo sport sono davvero tantissime. Un fenomeno che vede coinvolte moltissime tifose rosanero. Da sole o in compagnia, girano in lungo e in largo l’Italia per seguire da vicino la loro squadra del cuore, anche se questo significa spesso affrontare sacrifici e lunghe trasferte.

 

Per Mari Infurna, tifosa rosanero doc, essere nata a Milano è solo un dettaglio: sin da bambina infatti la sua passione per il Palermo ha oltrepassato i confini lombardi. E’ stato il padre, recentemente scomparso, a trasmetterle questa immensa passione ed oggi per Mari amare questa squadra è un retaggio prezioso, il modo più dolce e caro per ricordare un emigrato palermitano che amava tanto la propria città e che vivrà per sempre nel ricordo di chi è rimasto:

«I miei genitori – ricorda Mari – si sono trasferiti a Milano nel 1994, io sono nata due anni dopo. Ho cominciato a vedere le partite del Palermo nel 2004, in tv, con mio padre. Quei colori rosanero e lo stadio così pieno di gente mi han fatta innamorare perdutamente e adesso che lui non c’è più, andare in trasferta me lo fa sentire ancora più vicino. Ho cominciato a seguire la squadra fuori casa nel 2016, andai a Bologna con i ragazzi del gruppo FB  “Siamo Solo Palermitani” e ricordo che perdemmo per 3 a 1».

 

Quando gli impegni di lavoro lo consentono, Mari segue regolarmente il Palermo in tutte le sue trasferte al nord ed al centro del Paese; con lei altri emigrati rosanero, tutti uniti dalla medesima passione:

«Inizialmente ero sola, non conoscevo nessuno, così cinque anni fa ho creato una pagina FB che si chiamava “lei tifa Palermo” per cercare altri tifosi rosanero. Quando li trovavo, li aggiungevo alla mia pagina; in seguito ho conosciuto Giorgio Vallone e Massimiliano Gangemi – gli admin di “Siamo Solo Palermitani”. Sono entrata in questo gruppo, del quale oggi fanno parte anche Mery Fiorito ed Antonella La Mendola, e da allora ho iniziato a viaggiare con loro per seguire la squadra. Oggi li considero come miei fratelli. Quando posso vado sempre molto volentieri, perché io amo tanto il Palermo e mi piace sentirmi vicina alla mia squadra. La nostra giornata tipo prevede un primo raduno a Milano, dove si fa colazione tutti insieme, poi si parte. A seconda di dove andiamo, o portiamo i panini da casa o cerchiamo per il pranzo qualche rosticceria palermitana. La trasferta più lontana l’ho fatta di recente a Foggia, 8 ore di macchina, mi sono svegliata alle 3 del mattino e sono ritornata a casa alle 10 del giorno successivo. Viaggiare è pesante, ma la voglia di stare insieme supera ogni fatica, anche perché quando si va in trasferta, le ore del viaggio non si sentono, si parla, si canta, si fanno i cori e si scherza fra di noi. Quando arriviamo a destinazione ci incontriamo con i tifosi che salgono da Palermo ed insieme incitiamo i nostri ragazzi che scendono in campo.

Di tante trasferte che ho fatto, ricordo in particolare quella di Genova nel 2016. Eravamo reduci da 10 sconfitte consecutive e vincemmo per 3 a 4. A fine partita andammo a trovare i giocatori all’aeroporto e lì dopo tanti e tanti anni sono riuscita a conoscere Eugenio Corini, che fin da quando ero una bambina è sempre stato il mio idolo. Nel stringergli la mano ero emozionatissima, piangevo, lui fu gentilissimo con noi, una persona davvero squisita».

 

L’avventura di Corini durò poco, al suo posto prima Lopez, poi Bortoluzzi e a fine stagione il Palermo fu retrocesso. Oggi l’andamento della squadra crea qualche apprensione nei tifosi, in particolare a Mari perché teme di vedere la vetta della classifica allontanarsi sempre più:

«Dopo un buon girone d’andata, il Palermo ha avuto un calo che stiamo sentendo ancora. La partita con il Novara era assolutamente da vincere. Non capisco i cambi di Tedino, a mio avviso il tecnico spesso entra in confusione, quando vede che stiamo vincendo non capisce più cosa si deve fare per chiudere la partita e finiamo col perderle. Questo modo di far giocare la squadra, secondo me, può compromettere la promozione diretta, per la quale ad oggi vedo favorito l’Empoli. Temo anche il Frosinone e non sottovaluto il Cittadella che zitto zitto sta salendo sempre più. Trovo valido l’arrivo del mental coach, probabilmente i ragazzi giocano con il timore di sbagliare ed oggi il Palermo non fa più paura. Contro il Carpi mi aspetto di tutto, perché le partite che possiamo vincere non le vinciamo e quindi preferisco non fare più pronostici».

 

Benché nata a Milano, Mari conserva nel suo cuore molta nostalgia per la città di Palermo e ogni volta che ha la possibilità di tornare ritrova puntualmente, quasi per magia, quelle che sono e resteranno per sempre le sue radici:

«Sinceramente mi manca tutto di Palermo, io mi sento figlia di questa città, sono una terrona. Il cibo palermitano è unico e il calore dei palermitani è speciale. Il mio sogno calcistico è quello di vincere uno scudetto, è una rivincita che aspetto da tanto tempo, chissà se un giorno si potrà realizzare, io non smetterò mai di crederci».