Corini suona la carica: "Ho pensato di dimettermi, ma non ci si può arrendere con 19 partite da giocare"

Il tecnico rosanero è incontenibile in conferenza stampa e si mostra ottimista e pronto alla sfida contro il Sassuolo

Dopo una settimana carica di tensione in cui è stato due volte sul punto di lasciare la panchina rosaneroEugenio Corini ha scelto di non lasciare la nave che affonda, nonostante il presidente Zamparini lo avesse praticamente esonerato: "Per quello che era successo sarebbe stato giusto andare a casa, ma poi ho pensato il mio staff e a tutte le persone che ci stanno vicino e allora ho scelto di restare. Sono stato molto vicino nel farlo, andare via, ma i ragazzi mi seguono e il mio lavoro è apprezzato e quindi voglio continuare a svolgere il mio lavoro al meglio.” A tal proposito il mister ha raccontato il suo colloquio con il presidente Zamparini: "Ho parlato con Zamaprini ieri sera, i toni sono sereni e tranquilli, però anche con toni sereni se uno non si trova nei concetti il problema rimane. Io penso una cosa, ma rimane il mio pensiero. Quando il risultato non arriva è importante la dialettica. Cerco di capire, di sviluppare. Io non posso accettare di smettere di credere alla salvezza, solo la matematica ci condannerebbe. Io dico che la partita non è mai finita e l’aspetto emotivo nel calcio moderno è fondamentale. Bisogna leggere, motivare, affrontare un certo tipo di percorso. Secondo me è fondamentale leggere un certo tipo di situazioni. Questa squadra dal punto di vista emotivo è cresciuta tantissimo, basta guardare la partita di Genova, lì potevamo perdere 6-1. Voglio mettere questa energia in ogni partita, con 19 partite tutto è possibile. Dobbiamo lottare per salvarci." Sul caos delle ultime settimane e lo sfogo personale: "Non so cosa può succedere dopo Sassuolo. Ogni partita è una bomba atomica in questa società. Se ad ogni vigilia vi domandate cosa accadrà dopo la partita vi sembra una situazione normale? Un giornalista dovrebbe chiedersi chi giocherà, invece a Palermo ci si chiede sempre se l’allenatore rimarrà. Vi sembra normale? Non voglio essere strumentalizzato - prosegue Corini -  resto sempre un uomo, anche quando divento tifoso. E’ il clima il problema, porca miseria. Non riesco a capire che bisogno c’era di creare un clima difficile in maniera strumentale. E’ vero, non siamo spettacolari, ma ditemi quante squadre spettacolari ci sono in Serie A. Dopo la grande prestazione di Firenze vedevo che era complicato anche fare passaggi di quattro metri contro il Chievo. Perché questi ragazzi sono troppo caricati. Non si può caricarli ogni volta in questo modo, cazzo. La gente sta apprezzando lo sforzo che stiamo facendo, però bisogna rispettare quei passi in avanti che stiamo facendo. Se si cambia sempre, se si sostituisce un allenatore con l’altro, un metodo con un altro non si va avanti. Io sento questa partita, vedo quello che è successo dopo una vittoria col Genoa, bisogna entrare in empatia con l’ambiente, bisogna capire quello che sente la piazza. Io vado sempre a testa alta a portare avanti quello che faccio. Amo questo lavoro e ho avuto la fortuna di essere chiamato in un posto che adoro, vorrei stare qui trent’anni e do il massimo. Fa parte del mio lavoro fare degli errori, un mettersi in discussione. Ma non deve essere una dialettica sterile, una dialettica fine a se stessa. Bisogna che la dialettica porti da qualche parte". Infine, qualche battuta sul mercato e su ciò che servirebbe alla rosa: “Stefan Silva secondo me ha qualità tecniche. Ha caratteristiche però simili a quelle dei giocatori che avevamo in rosa. In funzione delle sue caratteristiche, sicuramente in questo momento dovevamo più sostituire Rajkovic, oltre a Bouy e Hiljemark. Il primo se ne è andato, il secondo per ora non lo utilizzo perché può essere distratto dal mercato".