«Palermo per me è una missione». Le parole di Mirri

«Palermo per me è una missione». Le parole di Mirri

"Quel giorno mi sono svegliato presto e sono andato a correre, da solo, senza cellulare". 

 

Esordisce così il presidente del Palermo Dario Mirri che intervistato da Il Corriere dello Sport ha ripercorso questo primo anno di presidenza. 

Di seguito una parte delle sue parole. 

 

"La società sta crescendo meglio di quanto immaginassi e ho la consapevolezza che le chance sono migliori di un anno fa. Vivo questo ruolo come una missione, voglio avviare un percorso non solo sportivo in cui le parole chiave sono reputazione e eredità. So bene che sarò misurato in base ai risultati, ma credo fermamente nel progetto di una società che veicoli messaggi positivi". 

 

Appartenenza

"Voglio un Palermo fondato su persone e valori, non solo su plusvalenze. Prendete la squadra di oggi: abbiamo confermato giocatori simbolo, penso ad Accardi ma anche a Martin o Crivello. Se andremo in B, non credo che li manderemo via perché non servono più, piuttosto dovranno insegnare agli altri cosa significa la maglia rosanero". 

 

Continuità

"A Santana, vicino ai 40 anni, Zamparini avrebbe dato un calcio nel sedere, con noi resta capitano. Puntiamo sull’appartenenza ma premieremo chi merita aldilà del luogo di nascita: ci sono palermitani che hanno capito perfettamente questo spirito ed altri che lo hanno fatto meno".

 

Direttore generale 

"Sagramola impersonifica l’aspetto pragmatico indispensabile a ogni club calcistico. Mi fido ciecamente di lui e per questo non intervengo sulla squadra. E’ meno “romantico” di me ma ha competenza, conoscenze e tutto ciò che serve per un’impresa, a cominciare da una straordinaria sensibilità calcistica". 

 

Equilibri societari

"Le mie quote non sono in vendita e io sono pronto a rilevare le sue. La strada è tracciata, il resto sono schermaglie commerciali che fanno parte dei ruoli. Paparesta? Il suo contratto è scaduto, è stato proposto per lui un nuovo incarico, Sagramola valuterà un ruolo diverso".

 

Infine, il futuro

"Lo scoglio vero è la C, durissima ora che c’è ancora il Bari. Se vinciamo entro due anni e Rinaldo trova soluzioni ulteriori, chissà. In B ci sono diritti televisivi diversi”.


 

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