Troppa incertezza, in campo e fuori
Il Palermo ha retto meno di un quarto d'ora, poi la partita è finita. Iachini ha perso il controllo?

Ci hanno annientato nella partita che immaginavamo come scintilla del riscatto. Quarta sconfitta: dopo un quarto d'ora (0-2) era tutto finito. Dopo ventisette minuti eravamo finiti (0-3). La sensazione di un tecnico e di una squadra impossibilitati a rientrare in corsa era evidente. Dieci gol presi nelle ultime quattro “esibizioni”. Anche stavolta prima di capire cosa stava succedendo è passata un'ora.
Sette giornate, ecco il conto: Zamparini e Gerolin hanno allestito un gruppo equilibrato in alcuni reparti e poverissimo in altri; Iachini non riesce a trovare un modulo e una formazione; i giocatori, che producono prestazioni insufficienti, non possono sentirsi deresponsabilizzati solo perché l'organico è incompleto.
O si cambia allenatore o ci si organizza e si ritrova, con Iachini, lo spirito guerriero che pare perduto. E' la carenza più grave. Siamo piatti. Il tecnico ha perso il controllo?
La difesa non ne ha indovinata una, ma dagli infissi del centrocampo passavano non spifferi ma folate romaniste implacabili. La fase offensiva, poi, è stata più o meno inesistente. Era una questione tecnica, tattica e psicologica. Era la nostra incapacità a far tutto.
Gilardino è partito anche stavolta dalla panchina, ha segnato nella giornata più inutile e si è mosso meglio del solito.
Negli ultimi minuti è entrato Rispoli (non ha responsabilità, finisce nell'articolo per caso). Mossa che dà il segnale del disagio attuale. Proprio tutto. Se a pochi minuti dalla fine, mentre rincorri la Roma, a casa tua, fai entrare Rispoli è evidente che non hai altri ricambi che ti convincono. Oppure sei confuso.
Vazquez e il Palermo a terra, nella foto di Pasquale Ponente.