Trajkovski e Quaison, destini diversi

Il macedone con Ballardini è diventato titolare e importante. Lo svedese dopo il cambio in panchina cerca sempre un posto.

Trajkovski e Quaison, destini diversi

Dopo il cambio in panchina da Iachini a Ballardini, l'idea più ricorrente e forse più scontata era quella di vedere all'opera più frequentemente Robin Quaison, ma in queste prime partite, lo svedesino è rimasto ai margini dei titolari e anche dei subentranti. L'auspicio ad inizio di questo nuovo ciclo era di ritagliare uno spazio importante al talento di Quaison, ma soprattutto la fermezza nel scegliergli un ruolo adatto e farlo maturare. In quattro partite nella gestione Ballardini appena 60 minuti e ben due volte relegato in panchina. Chi invece ha giovato di questa situazione è stato sicuramente Aleksandar Trajkovski, ai margini nel progetto Iachini, presente e consideratissimo da Ballardini. In maniera progressiva si è ritagliato uno spazio importante nello scacchiere tattico rosanero, 20 minuti con Lazio e con la Juventus, di assestamento, 90 per acquisire certezze con l'Atalanta e infine altri 80 contro il Frosinone, conditi da un gol bellissimo.
Ballardini ha trovato posto e dimensione esatta al macedone, trequartista in aiuto delle punte ma soprattutto con licenza di allargarsi a sinistra così che con il piede destro in fase di contropiede riesce agevolmente, come in occasione contro il Frosinone, di rientrare e poter calciare oltre che garantire sviluppo offensivo sulla corsia di Lazaar. Ad oggi, le strade di questi due giocatori sembrano essere parallelamente inverse, l'auspicio è che il “rebus Quaison” venga risolto una volta e per sempre, mentre “la sorpresa Trajkovski” possa diventare una certezza.

Trajkovski e Ballardini, nella foto di Pasquale Ponente.