D.Rossi: «Nessun contatto, solo per il Palermo scenderei in C»

Parola a Delio Rossi.
L'ex tecnico rosanero, invocato a gran voce da una grossa fetta della tifoseria rosanero come nuovo tecnico per il post-Pergolizzi, intervistato da Fabrizio Vitale per la Gazzetta dello Sport ha confermato di non aver avuto alcun contatto con la società e ha parlato della possibilità di allenare i rosa in Serie C:
«Non ho avuto nessun contatto, fermo restando che se mi chiamano se ne può parlare, ma se non mi hanno chiamato vuol dire che hanno altre intenzioni. Ma siccome non c’è niente è inutile parlarne. Voglio chiarire che non mi sto proponendo, non ne ho bisogno. Se ci sarà mai un contatto ascolterò perché è Palermo e in Serie C prenderei solo questa ipotesi in considerazione».
SERIE C
«La prossima Serie C è difficile da decifrare a bocce ferme. Io sono per la Serie A e la Serie B a due gironi. Eviteremmo 100 società professionistiche che non pagano e non si iscrivono l’anno dopo falsando anche il torneo, per dare spazio a quelle piazze con grandi bacini d’utenza come Palermo, Bari, Reggina e Foggia. Il Covid poteva essere una grande opportunità per la riforma dei campionati. Per vincere il campionato bisogna costruire una squadra non pensando alla Serie B, con giocatori strutturati per la categoria, con elementi che servono nell’immediato, magari con dei giovani che possono avere una prospettiva, a condizione che siano di qualità. Con anziani di caratura e giovani di qualità si può fare molto bene. Invece molte squadre spesso commettono l’errore di pensare già alla Serie B dell’anno dopo con l’aggravante che, se non salgono, si ritrovano una squadra con dei problemi come i costi enormi da gestire».
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ALLENATORE
«Il Palermo deve prendere un allenatore in cui crede, che abbia un ottimo rapporto col d.s. e la dirigenza per la costruzione della squadra, pensando che il campionato di riferimento è la C. Un tecnico idoneo alla piazza come quella rosanero, certo, ma che non sia soltanto un nome da dare in pasto ai tifosi».
TIFOSI E PASSATO
«Mi fa piacere, mi hanno conosciuto come persona, soprattutto l’ultima volta, quando venni chiamato per disputare i playoff. Sapevo che c’erano delle problematiche societarie, ma ho accettato senza pensarci due volte. La squadra, secondo me, era idonea per il salto in Serie A, agli spareggi avremmo vinto. Hanno visto che non ho anteposto niente davanti a questa possibilità. Anche perché di soldi non è presi, anzi ci ho rimesso. Mi è dispiaciuto molto vedere il Palermo radiato, per il passato glorioso di questo club. In linea generale, meglio fare un passo indietro per farne due in avanti, piuttosto che vivacchiare. Anche perché il Palermo degli anni che ho vissuto io era una squadra con grandi potenzialità. Si lottava sempre per l’Europa, il problema della salvezza non esisteva. Se invece un anno ti salvi e l’altro retrocedi, non è un bel vivere. La base, al di là della categoria, è la società, se ci sono persone competenti e con le idee chiare prima o poi l’obiettivo lo raggiungi, ecco perché la gente in D si è riavvicinata molto rispetto all’ultimi anni di Zamparini, perché ha iniziato a vedere un futuro».
SAGRAMOLA
«Sì, è una persona capace, in più mi sembra che sia molto legato alla città, la scelta fatta lo testimonia, anche il fatto che la proprietà sia palermitana è un’altra cosa importante, non è la stesso di una proprietà di fuori. Metterci la faccia nella propria città comporta maggiori responsabilità. È bello che ci sia questo legame con il territorio».