Il mito dell’Atalanta e il volo dell’aquila rosanero

Dario Romano

Il mito dell’Atalanta e il volo dell’aquila rosanero

 

Atalanta, Juventus, Sampdoria: sono i club italiani con i nomi più originali. Fuori dai confini in terra d’Albione troviamo  l’Aston Villa (dall’omonima Wesleyan Church di Birmingham, una parrocchia metodista), il Queens Park Rangers (dal quartiere londinese, i Rangers del parco regale) oppure Arsenal (dall’officiina militare Royal Arsenal, da qui il cannone ed ecco i ‘Gunners’) e Tottenham Hotspur (Tottenham è un sobborgo di Londra, Hotspur il soprannome di Harry che lì viveva e che Shakespeare fa rivivere nell’ “Enrico IV”). Mentre a Manchester la fantasia non è di casa e quindi per il derby troviamo United contro City, in Scozia per il ritrovato ‘Old Firm’ ecco Rangers contro Celtic:  protestanti e cattolici, lì il derby è a 360 gradi.

Uscendo dal continente desta curiosità il Peñarol di Montevideo: per i meno esperti la presentazione avviene nel 1983, quando Berlusconi fa le prove generali del Milan e della TV che verrà, con il ‘Muldialito’ per club. In Uruguay la società è fondata da emigranti piemontesi di Pinerolo ed ecco uno dei nomi più singolari.

In Argentina abbiamo il Boca, il River, l’Estudiantes, mentre in Brasile l’esotico spadroneggia (Flamengo, Palmeiras, Corinthians, Vasco).

E l’Atalanta? Gli orobici hanno fatto centro, ricorrendo alla mitologia greca. E’ la figlia di Iasio e Climene, sovrani dell’Arcadia. Abbandonata sul monte Pelio dal Re che desiderava un figlio maschio, poi salvata e allevata dai cacciatori. Ed ecco la cacciatrice che è pronta a scoccare le sue frecce contro la nostra aquila, che a Bergamo farebbe bene ad affrettarsi per spiccare il volo.

                                                             

L'autore cura la pagina Facebook "US Città di Palermo History"