3 maggio-12 luglio 2019, l'odissea dei Tuttolomondo a Palermo

23 aprile 2019: all’aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo arrivava Delio Rossi.
Nelle stesse ore, Daniela De Angeli, proprietario della Us Città di Palermo, siglava il contratto preliminare di cessione della società rosanero ad Arkus Network, azienda attiva nel turismo, riconducibile ai fratelli Salvatore e Walter Tuttolomondo.
Dieci giorni dopo, venerdì 3 maggio, nello studio del notaio Fabio Gattuso, il closing: le quote del club di viale del fante passavano ufficialmente nelle mani della controllata Arkus, la Sporting Network srl, società veicolo creata ad hoc per l’acquisizione del fu Palermo calcio.
L’8 maggio, al Mondello Palace Hotel, la presentazione in grande stile, con tanto di colonna sonora a scandire l’ingresso trionfale della nuova governance rosanero. Belle parole, facce compiaciute, slide e controslide, rinfresco e tanti saluti.
Nuova proprietà, nuovo organigramma: presidente Alessandro Albanese, vicepresidente Vinceno Macaione; e poi Fabrizio Lucchesi direttore generale, Roberto Bergamo amministratore delegato, Attilio Coco e Walter Tuttolomondo componenti del cda, Rino Foschi confermato direttore sportivo.
Sembrava l’inizio di una nuova scintillante epopea a tinte rosanero: era solo l’inizio della fine.
Il 13 maggio il Palermo veniva retrocesso dal Tribunale Federale della FIGC in Serie C per gli illeciti amministrativi commessi tra il 2014 e il 2017. Dunque il ricorso della nuova proprietà, mentre in campo la squadra di Delio Rossi aveva sciupato le ultime chance di promozione diretta in Serie A.
Il 23 maggio tutti a Roma per la prima udienza in Corte d’Appello, rinviata clamorosamente a causa di un articolo di stampa che riportava di un’inchiesta penale a carico del presidente della Corte, Sergio Santoro. Il 29 maggio la Corte Federale ribaltava la sentenza di primo grado, evitando la retrocessione dei rosa in C, attribuendo al club una penalizzazione di venti punti da scontare nella stagione appena conclusa. Venti punti che hanno permesso ai siciliani di restare in cadetteria.
Poi la firma di Pasquale Marino quale allenatore del nuovo corso: era il 7 giugno e nessuno, in quel momento, poteva immaginare cosa sarebbe successo appena 17 giorni dopo.
Lunedì, 24 giugno, per tutti i tifosi rosanero è stata la giornata più lunga.
Nel fascicolo da inviare alla Lega di Serie B per l’iscrizione in cadetteria mancava il documento più importante: la fideiussione bancaria, che andava presentata in copia originale direttamente in Lega. Tensione nello spiazzale del Renzo Barbera, sotto le finestre degli uffici dove qualche minuto dopo la mezzanotte Salvatore Tuttolomondo provava a spiegare l’accaduto.
Da lì in poi, una conferenza stampa e una sfilza di videomessaggi fino al 12 luglio, quando il Consiglio Federale della FIGC ha escluso definitivamente il Palermo dal calcio italiano, decretandone di fatto la fine sportiva.
Un’odissea durata quasi 100 giorni, quella dei Tuttolomondo in Sicilia. E adesso, a distanza di un anno e mezzo, gli arresti della Guardia di Finanza.
NEWS DI GIORNATA
VECCHIO PALERMO, ARRESTATI SALVATORE E WALTER TUTTOLOMONDO
LE PROBABILI FORMAZIONI DI CATANZARO-PALERMO
LEGA PRO, LE DATE DEI RECUPERI DEL PALERMO
CATANZARO-PALERMO, I CONVOCATI DI BOSCAGLIA
«LE MOTIVAZIONI DEVONO FARE LA DIFFERENZA. SIAMO PRONTI»
BOSCAGLIA: «LA SQUADRA STA BENE, POSSIAMO FARE RISULTATO»
BOSCAGLIA: «TROVEREMO UN CATANZARO FORTE E FERITO»
«INIZIATO UN PERCORSO, PER FARE RISULTATI IL NOME NON BASTA»
PELLEGRINO: «PALERMO E CATANIA ORGOGLIO SICILIANO, CHE VINCA IL MIGLIORE»