Morgia: "Una squadra non si gestisce così, adesso bisogna ricompattare il gruppo. La salvezza non è impossibile"

Esclusiva Rotocalcio - L'ex allenatore rosanero, Massimo Morgia, parla del momento attuale del Palermo

Intervistato in esclusiva dalla nostra redazione, Massimo Morgia, ex allenatore del Palermo durante le annate 1998/'99 - nella quale i rosanero sfiorarono la promozione in serie B perdendo ai Play-Off contro il Savoia - e 1999/2000 in serie C1, si è espresso in merito alla situazione attuale della sua ex squadra. Ennesima settimana caotica per il Palermo. Qual è il problema di questa squadra? - "Riconosco i meriti che ha Zamparini: ha fatto fare il salto di categoria alla città, ha fatto fare tutti questi anni di serie A al Palermo ma credo che il calcio non si possa più gestire in questa maniera. In questo momento pieno di tensioni il calcio dovrebbe essere un ambiente dove respirare un'aria diversa. Cambiare sette tecnici significa risultare assurdi nei confronti della città. Credo che un gruppo debba avere delle certezze, se ogni volta si delegittima il lavoro di chi sta operando non si fa altro che fornire alibi ai giocatori. Bisognerebbe avere la forza di portare avanti un'idea sulla quale insistere e lasciare ai tecnici il tempo di lavorare e anche di sbagliare, e sostituirli solo in casi estremi, com'era una volta". Ennesimo ribaltone in casa Palermo, torna Ballardini a cambiare nuovamente metodi di lavoro: "Oltre il discorso tecnico, nessuno tiene conto delle sinergie umorali e caratteriali della squadra, che dovrebbero essere alla base di un gruppo. Se queste sinergie non ci sono, puoi essere anche Mourinho, ma i tuoi giocatori non ti seguiranno. Io sono orgoglioso di averci rimesso la mia carriera per questo. Ai miei giocatori dico sempre che quello dell'allenatore è un ruolo da capo imposto, ma io non voglio essere imposto, voglio essere riconosciuto. E per esserlo devo guadagnarmi il rispetto giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto con i ragazzi che gestisco. In questo modo li metto a rischio con la società e i tifosi ma è l'unico modo esistente per trascinare un gruppo, per tirarne fuori il meglio". Sei partite alla fine del campionato, su cosa dovrà lavorare maggiormente Ballardini? - "Bisogna ricompattare il gruppo spogliatoio. Il Palermo deve raggiungere la salvezza, non è un'impresa impossibile". Tra le colpe imputate a Zamparini c'è quella di aver creato un gruppo troppo eterogeneo. Troppe etnie diverse in campo hanno impedito la solidificazione del gruppo? - "Questo è uno dei compiti più difficili degli allenatori moderni. La globalizzazione, che è un bene per tantissime cose, può rendere più difficile la creazione di un gruppo solido. Legare culture, modi di pensare, abitudini diverse nello stesso gruppo non è una cosa semplice, rende più difficile arrivare ai cuori dei ragazzi. Le squadre che valorizzano maggiormente i giocatori italiani hanno raggiunto grandi obiettivi, come Juventus ed Empoli".

Roberto Pedivellano Martino Giordano