Mister, la musica è cambiata

Non è più il tuo primo giorno, mister.
L’anno scorso le incognite su Bruno Tedino erano tante. Passino la prima esperienza in cadetteria, la pressione della gestione di un gruppo che ambiva ad un obiettivo importante (provenendo dalla C probabilmente anche maestoso); una grande piazza esigente, ferita, sfiduciata, incavolata come non mai, che anche facendo tante cose buone noterà solo l’unica storta sulla quale far partire insulti; le belle colazioni a base di titoloni sui giornali riguardanti fallimenti, sequestri e registri degli indagati. Immaginate di passare da una piccola impresa a gestione familiare a una grande azienda, e il vostro primo giorno di lavoro vi ritrovate: operai demotivati, clienti inferociti, la perenne sensazione di essere giudicato e il rischio di una chiusura dell’azienda dall’oggi al domani con possibile arresto del vostro capo. Beh, buona fortuna.
Ma adesso la musica è diversa. Forse.
Conti alla mano il Palermo rimane sempre con la questione cambio proprietà versione Monopoli distruggi-amicizie. La maggior parte dei giocatori fanno parte di un progetto a cui non credono più da tempo, delusi da una promozione persa all’ultimo e nel modo più beffardo possibile. E in più i tifosi, con i quali non è di certo scoppiato l’amore, lo insultano peggio di prima facendo più riferimenti (decisamente inutili) a quanto potrebbe piacergli lo street food palermitano che al calcio. Ma adesso, dopo un anno di iniziazione che dire forgiante è dire poco, ci si aspetta il fuoco. Tedino ha detto di aver imparato dagli errori commessi lo scorso anno e promette grandi cose, ma la fiducia della squadra, della società e dei tifosi va riconquistata lentamente e dolorosamente, per dimostrare a tutti di essere un tecnico da Palermo.
Nessuno di noi è allenatore e non può giocare ad esserlo, ma possiamo supporre che gestire una squadra che lotta per la Serie A voglia dire anche avere il polso per gestire tutto questo. Non c’è più l’attenuante della prima volta. Nelle grandi aziende se rimani pecora vieni mangiato, se diventi squalo mangi. E non lo street food.
È giunto il momento di diventare grandi.