«Continuare a pagare gli stipendi non è etico, è un dovere»

«Continuare a pagare gli stipendi non è etico, è un dovere»

 

 

Intervenuto a Zona Vostra su Trm, il presidente del Palermo Dario Mirri ha ribadito la posizione della società su un eventuale ripartenza e sulla promozione in Serie C:


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«Vorrei trasmettere i valori dell'appartenenza intanto e di rappresentanza della nostra città. Sono quelli che i valori che lo zio teneva più di tutti. Il Palermo non è roba mia, ciò non vuol dire che non vorrei proseguire e farò di tutto perché sto vivendo un sogno, ma non voglio essere d'ostacolo per lo sviluppo della società. Quanto durerà è imprevedibile, magari dieci anni come lo zio o un anno. Il paragone? Il mio desiderio è fare qualcosa che possa essere ricordato negli anni proprio come ha fatto Renzo Barbera. Vorrei avere più tifosi possibili e quindi più possibilità di fatturare. Se una squadra come il Palermo acquisisce maggiori tifosi unici e non anche tifosi di strisciate acquisisce anche maggior valore».


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PERDITE

«Noi abbiamo richiesto la cassa integrazione per i collaboratori che lo potevano richiedere. Per i giocatori non è prevista e quindi il 5 di ogni mese paghiamo gli stipendi, se è etico fare il proprio dovere. So che molti altri non lo stanno facendo. Perdite? Non si può fare un conto, sicuramente abbiamo perso gli incassi dello stadio, sono convinto che in queste ultime tre partite allo stadio che avremmo dovuto giocare ci sarebbe stato un grande pubblico. Il conto è di circa 200/300mila euro, ma perdiamo soprattutto l'affetto della gente e questo non ha prezzo. Il discorso non vale per gli abbonati che potranno avere il rimborso, anche se leggo che molti tifosi vogliono contribuire non utilizzando il rimborso»

 


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