Mancini, i conti non tornano

Nel girone di ritorno quasi una marcia del gambero. Grande qualità e grandi difficoltà. L'impresa di Coppa? Inutile.

Mancini, i conti non tornano

La grandissima, ma alla fine inutile, prestazione in Coppa Italia contro la Juventus, non significa in automatico che l'Inter si sia lasciata alle spalle le incertezze di questo inizio di 2016. I nerazzurri, che all'andata sembravano candidati allo scudetto, nel girone di ritorno hanno marciato a passo di gambero, e adesso si ritrovano a inseguire una difficile qualificazione in Champions. Come spesso è nella natura delle squadre di Roberto Mancini, il potenziale principale dell'Inter sta nel buon talento complessivo della rosa, fatta da giocatori di livello in ogni ruolo, in cui però spicca l'assenza di un playmaker puro. Le fortune dell'Inter son dunque legate principalmente alle prestazioni dei singoli e al rendimento di una difesa la cui proverbiale solidità è gradualmente venuta meno. Oggettivamente pochi invece sono i riferimenti tattici: Mancini ha variato tanti moduli e interpreti, con risultati altalenanti e poche costanti. Con ogni probabilità, i pericoli principali arriveranno dalle corsie esterne, in cui la squadra nerazzurra ha tanti interpreti di qualità, tutti pericolosi, e giocherà in superiorità numerica contro i terzini a tutto campo rosanero. Se il gioco sulle fasce può essere considerato una potenziale chiave di volta per l'Inter, il punto debole è senza dubbio un centrocampo fisicamente molto forte, ma decisamente scarso in fase d'uscita del pallone, le cui uniche idee sono quelle che può portare Brozovic, giocatore validissimo che però non ha lo stile di gioco del regista.
La necessità di fare punti per restare in corsa per la Champions League, porterà la squadra meneghina a spingere sull'acceleratore, ma i 120 minuti in Coppa Italia, avranno inevitabilmente un peso sulle gambe dei giocatori. La chiave per cercare di ottenere qualcosa dalla complicatissima trasferta di "San Siro", più che tecnica, sarà mentale: servirà un Palermo affamato, determinato e cattivo.