Il mio eroe si chiama Brienza

Cinque febbraio 2005, la Juve al Barbera in serie A dopo oltre trent'anni. Franco lasciò di sasso Buffon.

Il mio eroe si chiama Brienza

La storia è fatta di ricorsi, come il calcio: dopo tanti anni torna Palermo-Juventus, ventitreesima giornata. Cinque febbraio 2005. All’andata fu un pareggio. E’ fortissima la Juve: vincerà il campionato in carrozza e sempre in carrozza l’anno dopo andrà in B. Sul biglietto di prima classe ci sarà scritto: “Calciopoli”.
Da sempre, il sale dello sport è Davide che batte Golia: la noia porta sbadiglio e chi scende in un’arena non si cura della musica che vogliamo sentire. E' lui che decide come ballarla e Davide quella sera vuole farci ballare tutti.
Al 12’ calcia un pallone che ha un destino già scritto: traiettoria ad uscire, si alza e si abbassa, sembra destinata all’incrocio e, invece, finisce all’angolino.
In porta c’è un Dio, ma lo sa anche lui: il fato è ineluttabile.
Il boato che segue è assordante, il piccolo Davide corre e porta la mano all’orecchio: sì, lo sente bene, sono tutti cuori rosanero.
Teneteveli tutti i vostri Golia, io mi tengo stretto il mio Davide, che il 05/02/2005 ha il volto e il piede sinistro fatato di Franco Brienza.

L'autore cura la pagina Facebook "Us Città di Palermo history".