I peggiori in campo
Venezia-Palermo da incubo. Nessuna sufficienza tra i rosanero.
Si rivela fatale la trasferta veneziana per il Palermo.
I rosanero vengono infatti annichiliti dai padroni di casa con un netto 3-0 che fa colare a picco la squadra e, in caso di vittoria del Parma sulla Pro Vercelli domani, le velleità di promozione diretta.
La squadra di Inzaghi ha vinto la partita nel primo tempo, giocando con enorme cattiveria agonistica, soprattutto dopo i gol del vantaggio di Suciu e Stulac, due belle giocate individuali che hanno comunque evidenziato la totale assenza mentale di una retroguardia in panne.
Per la prestazione di Accardi e Struna (4), che hanno sulla coscienza il raddoppio veneziano col primo che subisce un sombrero da Litteri (subisce un sombrero da Litteri) e il secondo fermo come un birillo, si può trovare un voto ma non degli aggettivi; Rajkovic (5,5) gioca meglio dei compagni di un reparto che non ha saputo proteggere adeguatamente un Pomini (5) comunque non brillante che dopo aver preso due gol sul suo palo è uscito a carciofi in occasione del gol dell’ex di Andelkovic.
Il contropiede a tutto campo portato da Domizzi (fresco giovanotto di 38 anni) quasi finalizzato da Bruscagin è l’emblematica istantanea della gara in stile Catheram della difesa rosanero, ma a girare male in generale è stata comunque tutta la squadra. Rispoli (5), al netto di un cross dalla trequarti che ha messo in porta un La Gumina (5) invisibile fino ad allora che si è divorato l’unica palla gol del match, ha fatto poco in attacco e nulla in fase difensiva, dove in occasione del primo gol ha battezzato Suciu che ha potuto battere liberamente a rete. Nulla è arrivato nemmeno dal centrocampo: Jajalo (5) ha sbagliato quasi sempre la misura dei passaggi; Chochev (5) ha vagato errabondo per il terreno di gioco e Gnahorè (4,5) chiamato in assenza di Coronado a dare qualità offensiva non è praticamente pervenuto, così come Aleesami (4,5).
Gli unici a portare a casa un voto non pienamente negativo sono Trajkovski (6-) e Moreo (6-).
Il macedone, seppur a modo suo, è l’unico che ha provato ad accendere la partita, mentre l’attaccante milanese si è fiondato su ogni pallone alto, con un impegno che nel quadro generale di oggi spicca rispetto ai risultati finali dello stesso, sostanzialmente modesti. Murawski e Fiordilino (s.v.) entrano quando la partita è oggettivamente compromessa.
In generale il Palermo (4) ha tirato fuori una prestazione che a definirla imbarazzante le si fa un complimento, soprattutto sotto il profilo della tenuta mentale: le partite si possono perdere ma se si perdono in questo modo vuol dire che c’è qualcosa che non va.
Cosa sia questo qualcosa nello specifico va chiesto a mister Tedino (4). In uno scontro diretto dall’importanza cruciale come quello di oggi la squadra è scesa in campo con la stessa concentrazione con cui si gioca un’amichevole pre-stagionale alla Playstation: un atteggiamento che per nulla si sposa con quello che deve avere una squadra che lotta per la promozione. Per quanto vero che la situazione del Palermo non sia peggiorata per colpa sua, c’è da dire che lui, che a inizio stagione sembrava avere il tocco magico, sembra quello che si è involuto più di tutti.