Galeoto: «Quella sera sfidammo anche il tempo, poi Vasari...»

Il Palermo dei picciotti, squadra vera

Galeoto: «Quella sera sfidammo anche il tempo, poi Vasari...»

Ci sono favole che, raccontate, fanno venire i brividi, perchè parlano della voglia di arrivare a essere qualcuno nella vita , con umiltà e sacrificio, partendo da un quartiere popolare di Palermo come l'Arenella dove il disagio sociale era palese e i ragazzi facevano fatica pure a trovare un pallone per giocare.

 

Questa è la favola di Francesco Galeoto, palermitano doc nato il 17 Marzo del 1972, che da ragazzo, in quel quartiere, lavorando come manovale e pulendo il marmo che serviva per il cimitero Santa Maria dei Rotoli, coltivava in parallelo la passione per il calcio, giocando con i Delfini (società dilettantistica che militava in prima categoria).

 

Nella stagione 1992/93 passò al settore giovanile del Palermo e venne girato al Cerveteri in C2 dove giocò la sua prima stagione da professionista, ma è nell'anno successivo che accadde la svolta: passò al Trapani di mister Ignazio Arcoleo, il tecnico palermitano rimase folgorato dal dinamismo e dalla generosità in campo del giovane palermitano.

 


L'anno successivo Arcoleo venne chiamato dall'allora presidente del Palermo Giovanni Ferrara, in piena difficoltà economica, per costruire una squadra di giovani promesse in grado di affrontare il campionato di serie B. Il tecnico si ricordò subito di quel forte terzino del Trapani e così Galeoto ritornò in rosanero, entrando a far parte di quello che nella storia viene ricordato oggi come “il Palermo dei picciotti”.

 

Insieme a lui i vari Tedesco, Vasari, Assennato, Parisi, Campofranco e tanti altri palermitani cresciuti nel vivaio rosanero, miscelati con giocatori esperti dalla categoria come Berti, Iachini, Di Già e Scarafoni, formarono una squadra meravigliosa che per tutto il girone d'andata fece sognare i tifosi del Palermo.

 

Galeoto iniziò alla grande la stagione segnando uno dei due gol della vittoria nell'esordio di Coppa Italia ad Acireale. Nel turno successivo i rosa eliminano addirittura il pluridecorato Parma con un clamoroso 3-0.

 

Ma nei ricordi di Ciccio Galeoto c'è sicuramente la gara del 25 Ottobre 1995, quando in scena al Barbera arrivò il Vicenza di Francesco Guidolin. Uno stadio stracolmo ebbe la possibilità di ammirare il suo strepitoso eurogol all'incrocio dei pali che permise ai rosanero di eliminare la squadra veneta.

 

Tuttavia la partita del cuore in rosanero scelta da Galeoto, stranamente, non è una di queste che abbiamo ricordato ma:

«Sono state tante le gare fantastiche che ho giocato con la maglia del Palermo – ha dichiarato ai microfoni di forzapalermo.it – ma quella che ricordo più delle altre si giocò la sera del 4 Novembre 1995 al Barbera con la Pistoiese, in un campo al limite della praticabilità. Sapevamo l'importanza della gara perchè un'eventuale vittoria – ha raccontato l'ex terzino palermitano - ci avrebbe proiettati ai vertici della classifica di serie B. Tutta la settimana però ci preoccupammo per la pioggia incessante,a tal punto che la gara rischiava di essere rinviata.

 

Per fortuna ciò non avvenne. Anche se, la sera della partita, il tempo fu lo stesso inclemente, il colpo d'occhio allo stadio fu incredibile; i nostri tifosi vennero a riempire il Barbera con cori, bandiere e striscioni.

 

La gara fu molto difficile - ha ricordato Galeoto - la squadra toscana venne a fare le barricate, aiutata dalle condizioni del campo, e noi non riuscivamo a fare gol pur giocando benissimo. Buttando il cuore oltre l'ostacolo, però, con una giocata tutta “alla palermitana” riuscimmo, quando mancavano cinque minuti dalla fine, a segnare con un guizzo di Tanino Vasari.

 

Ricordo che rubai palla sulla mia fascia destra – ha raccontato emozionato l'ex rosanero - la diedi a Giacomo Tedesco, il quale riuscì in mezzo a tre avversari, non so come, a tirare verso la porta avversaria colpendo la traversa. Sulla ribattuta piombò come un falco Tanino e la mise dentro. Ci fu un tripudio incredibile, la gente sugli spalti era come impazzita non curandosi della pioggia che continuava a cadere. Noi in campo festeggiammo improvvisando un trenino davanti la bandierina della Curva Sud.

 

Negli spogliatoi festeggiammo a lungo quella vittoria che ci permetteva di stare primi – continua l'ex picciotto dell'Arenella - guardavamo la classifica e non credevamo ai nostri occhi, dietro quel risultato c'era il frutto di tanti sacrifici ottenuti con umiltà da un gruppo di uomini veri che amavano veramente la maglia rosanero e difendevamo con orgoglio i colori della squadra in tutti i campi d'Italia .

 

Il fatto di non aver raggiunto la Serie A – ha concluso il grande Ciccio – lo imputo alla scarsa organizzazione societaria che non era pronta al salto di categoria".