Ballardini: "La salvezza col Palermo il risultato più bello della mia carriera. Futuro? Parlerò con il presidente"

Il tecnico dei rosa ripercorre la stagione, travagliata, appena conclusa

Davide Ballardini è sicuramente il principale artefice della salvezza del Palermo. In sei giornate è riuscito a  ridare un'identità a una squadra ormai allo sbando. L'allenatore dei rosa, in un'ampia intervista rilasciata al "Giornale di Sicilia", ha raccontato di come la salvezza del Palermo rappresenti un grande traguardo della sua carriera: Salvare il Palermo è stata l’impresa più bella e difficile della mia carriera. Nulla al confronto con questa. A Cagliari avevamo solo dieci punti, ma ebbi tutto il girone di ritorno per mettere a posto la squadra e il gruppo era coeso. In venti partite puoi fare molto. A Genova presi la squadra ultime in classifica, ma era forte. Negli spogliatoi facevano a botte, ma eravamo forti". "A Palermo ho trovato una squadra già morta e seppellita. L’abbiamo resuscitata, tutti insieme. Nessuna impresa mi ha reso felice come questa. Tornare poteva essere una follia. Non so neppure perché l’ho fatto, non ero costretto, avevo già rescisso a genio. Già due volte Zamparini mi aveva cercato dopo l’esonero, ma non avevamo trovato l’accordo. Poi mi offrì un altro anno di contratto e mi sono convinto. Arrivando a Coccaglio, prima della partita con la Juventus, capii subito che potevamo salvarci". Prima di tentare l'impresa della salvezza bisognava chiarire con Sorrentino e non solo: "Avevo trovato la squadra, anzi quella parte della squadra con cui avevo avuto problemi, disponibile a capirmi. A dialogare. E lì ci siamo chiariti. Hanno capito il mio lavoro, la mia sensibilità, quello che avrei voluto. C’è stata una pace vera. L’abbraccio di domenica sera con Sorrentino è stato sincero. Venerdì il portiere mi ha voluto incontrare e mi ha regalato una penna Mont Blanc. Un gesto che mi ha commosso come raramente mi era accaduto". "Non so se i giocatori con cui ho avuto problemi fossero più legati con Iachini - continua Ballardini -,non ci voglio neppure pensare a quel periodo. Non so neppure perché fu messo fuori squadra Rigoni e perché fu ceduto a gennaio. Dopo la sconfitta interna con la Fiorentina io non ero più l’allenatore del Palermo, mi richiamarono e tornai perché ero sotto contratto": Sul futuro, il tecnico ha le idee chiare: "Ho un contratto ancora per un anno, ma dovrò parlare prima con Zamparini. Dobbiamo trovare un'intesa sul piano tecnico. Mi piacerebbe continuare a lavorare con Gianni Di Marzio. È stato bravissimo a motivare la squadra, ad allenatore la tensione con la sua carica umana". Sulla squadra: "Nestorovski non lo conosco. Trajkovski ha fatto il suo. Quaison ha qualità, ma deve trovare un ruolo definito e continuità. Lazaar ha il problema del contratto in scadenza l’anno prossimo e ne ha risentito. Goldaniga può essere un giocatore su cui puntare, ma ha sofferto molto prima per l’incidente e poi per la morte del padre. Sorrentino non so che farà. Gilardino è un campione, in campo e fuori. Vazquez lo vedo al Milan, ha lo stile e la classe del Milan. Può essere il nuovo Kakà. Anche lui ha sofferto per tutti i problemi di questa stagione”.