Al Littorio tante star e niente gol
Sansone, Maini e Schiavio tra gli emiliani, Radice, Scarone e Blasevich tra i rosanero. E in campo c'era pure una.. diva: la Borelli.
E’ la prima gara casalinga della stagione 1932-1933.
Palermo e Bologna si affrontano il 2 ottobre allo Stadio del “Littorio”, ultimato a gennaio e costruito dal regime fascista per sostituire l’ormai vetusto campo sportivo del “Ranchibile”.
Dal ’37 fino al ’45 l’impianto sarà intitolato a Michele Marrone, ex giocatore rosanero deceduto durante la guerra civile spagnola. Per i palermitani è già “La Favorita”.
Non è ancora il Bologna “che tremare il mondo fa” ma a leggere la formazione si capisce che già a tremare dovevano essere le gambe degli avversari.
Eraldo Monzeglio è un terzino polivalente: il massimo dell’intensità e di eleganza. La mezzala Raffaele Sansone, dalla rosa “celeste” iridata nel 1930.
Bruno Maini è un cecchino infallibile e non veste l’azzurro perché il forziere dei tesori è già colmo.
Angelo Schiavio ne è il pezzo più pregiato: ondeggia in campo e come una marea decide quando arretrare o sommergere tutto.
Tanta roba anche in maglia rosa.
Il centravanti Carlo Radice, il “Vichingo” del gol per l’aspetto nordico: 64 reti in 4 stagioni. Il centrocampista Antonio Blasevich, ex stella dell’Inter.
Di origini croate, faceva girare la squadra e non disdegnava le incursioni offensive: 40 reti in tre stagioni per i nerazzurri. L’uruguaiano Héctor Scarone è campione del mondo in carica: una sfilza di soprannomi tra cui spicca “la Borelli” (una diva del cinema muto) per il carattere bizzoso e altezzoso. Per Giuseppe Meazza è il giocatore più forte mai affrontato.
Finirà 0-0 un match equilibrato che non vedrà mai più tanti protagonisti eccellenti nei confronti diretti tra Palermo e Bologna.
E’ anche un passaggio di consegne: da Scarone a Monzeglio e Schiavio.
Nella foto i rosanero Banchero e Scarone seguono i felsinei Ottani e Buriani.
L'autore cura la pagina Facebook "US Città di Palermo History"