Tedino: «Vi racconto quando mi chiamò Zamparini la prima volta»

La terza parte dell'intervista a Tedino con il retroscena della sua trattativa con Zamparini.

Tedino: «Vi racconto quando mi chiamò Zamparini la prima volta»

Il salto dalla Serie C alla Serie B in una squadra come il Palermo è stato, per Bruno Tedino, un notevole passo in avanti. Nell'intervista a Massimo Minutella, nella sua trasmissione su Trm, il tecnico rosanero ha raccontato i retroscena della trattativa che lo ha portato in Sicilia:

 

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«Cosa pensavo del Palermo quando mi hanno chiamato? Intanto pensavo alla società e alla sua importanza, da qui sono passati giocatori fenomenali e che sono diventati grandi campioni. Si pensava che il Palermo fosse una squadra che sapesse scegliere i giocatori. Con Guidolin faceva un calcio divertentissimo. Era una squadra che giocava bene e faceva, come giusto che sia, delle plusvalenze. Chi mi ha cercato? Mi ha chiamato Zamparini un lunedì mattina, mi disse che voleva fare una chiacchierata con me. Aveva visto la partita fra Pordenone e Parma e ha commentato quello che era successo. Io avevo detto a Zamparini che dovevo chiedere il permesso al presidente del Pordenone. Ci siamo incontrati a casa sua, mi ha offerto del vino ma sono astemio, abbiamo preso un caffè e abbiamo parlato per due ore di calcio. Lui mi disse che potevo essere la persona giusta. Io sono arrivato a Palermo pensando che il Palermo avesse preso un signor nessuno, amo dire la verità

 

La città? Il difetto è il traffico. Non sono stato mai dalla Santuzza, sono religioso ma preferisco aiutare il prossimo che pregare per sperare che succeda qualcosa. Andrò dalla Santuzza quando lo riterrò il momento giusto. Della città ho visto il centro, anche se non ho molto approfondito anche perché non ho molto tempo, poi io mi dedico a pieno al mio lavoro. Quanto incide la passione nel mio lavoro? Secondo me se non hai la passione è meglio cambiare mestiere. Apprezzo molti allenatori, Guardiola ha cambiato molte cose, guardi una sua partita e capisci che la squadra è allenata da lui. Io diversamente magro? Quando sono nato ero alto 64 centimentri, mia mamma mi disse che sarei diventato due metri. Invece sono un metro e ottanta, sono sotto altezza. Nella cucina sono un disastro, non mangio molto la cucina palermitana, mi piace molto il pesce però». 

 

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Infine, un commento sulla mancata qualificazione dell'Italia ai prossimi Mondiali: «Ho visto che nelle giovanili c'è stato un miglioramento essendoci stato parecchi anni fa: Sacchi, Albertini e gli altri hanno portato grande innovazione. Noi siamo stati campioni del mondo in senso assoluto fino al 1970 con l'avvento del centro di Coverciano. Poi ci siamo fermati. E' un discorso ampio, non riguarda solo Tavecchio e Ventura. Non ci si allena più come una volta e non ci sono le strutture adeguate. Noi infatti abbiamo intenzione di aggregare dei giocatori della Primavera».