Stavolta la squadra non ha alibi

Manuel Mannino

Stavolta la squadra non ha alibi

Sarei felice se potessi intervistare un portavoce di "quelli che Zamparini è la rovina del Palermo". Mi piacerebbe chiedere cosa abbiano visto ieri al Barbera. Vorrei sapere con che criterio si possa ancora cercare il colpevole di prestazioni simili nell'amministrazione. Sono curioso delle risposte, non perché non sia cosciente delle lacune che, come nella passata stagione, anche quest'anno debilitano la squadra, ma per il carattere, per la volontà nascosta o incerta non di vincere, ma semplicemente di giocare.

Mercoledì avremmo dovuto tifare per undici professionisti di un club della serie A italiana, interpreti quindi di una delle massime espressioni del calcio europeo. Invece, siamo stati presenti all’indegna esibizione di una squadra che, ormai è chiaro, non conosce padroni, né guide, né tanto meno lo spirito di una maglia per la quale in tanti hanno pianto e gioito, perso la voce e la pazienza, ma sempre con l’onore che la rosanero merita.

In principio, ci siamo lamentati delle carenze offensive, eppure Gilardino ha segnato il quarto gol stagionale; alla prime geometrie d’attacco riuscite, Trajkovski è andato in rete e ha preso il palo; Quaison, seppur nei panni di un fantasma, dimostra di essere pericoloso, soprattutto quando gioca a ridosso delle punte.

Poi abbiamo preso le difese di Maresca, prima, e di Rigoni: i peggiori, determinanti per la sconfitta. In ultimo, ci siamo esaltati per un’ottima prestazione di Goldaniga per allontanare anche lo spettro di Daprelà, Struna e Andelkovic.

L’argomento antizamparini potrebbe essere valido quando si affrontano squadre di livello simile, o di poco inferiore.

Invece, l’unica certezza che deriva dalla magra figura con l'Alessandria è una montagna di dubbi e di quesiti senza risposta.

Però una tesi, tra le mille ipotesi, si può dare: lo spogliatoio potrebbe anche essere letteralmente a pezzi, con la calce che cade dal soffitto e le crepe sui muri, ma la dignità nel fare il proprio lavoro come si deve, come si può, quella non è mai deleteria se non per propria scelta e incorreggibile volontà.