Palermo critico, ora evitare il dramma

I timori che in molti nutrivano alla vigilia di Pisa-Palermo, coperti dalla speranza di una risalita dopo un innocuo passo falso, hanno trovato fondamento nel corso del match dell'Arena Garibaldi. Certo, difficile immaginarsi una simile disconnessione collettiva, ma l'idea che certi meccanismi inceppatisi a Brescia avrebbero potuto trovare un buona dose d'olio per riprendere a scorrere era forse troppo ottimista.
E infatti il Palermo ha esibito gli stessi punti deboli già palesati per larga parte della scorsa stagione, a cominciare da un equilibrio difensivo fragile come il cristallo, e che rende ogni azione avversaria, anche solo ordinata, una potenziale occasione da rete. Gli uomini appaiono in costante affanno, tattico e fisico, il reparto funziona in modo confusionario, senza ordine, ed entrambi i gol sono frutto di grossolani errori di concetto.
Il palleggio manca di fantasia, è prevedibile, così come il movimento senza palla, e, aggiungendo un'evidente mancanza di comunicazione tra i singoli, diventa difficile essere continui nel gioco. Eppure delle situazioni pericolose si sono viste, ma talmente estemporanee da essere concluse in maniera quasi improvvisata, senza l'adeguata cattiveria e decisione che di solito arriva con una certa consapevolezza di ciò che si sta facendo in campo.
La situazione in questo momento è critica, ma per certi aspetti comprensibile, vista la strategia di mercato che ad oggi sta risultando poco efficace, e che ha portato a confermare uomini probabilmente inadatti ad essere titolari in una rosa con ambizioni di promozione. Va detto, inoltre, che per quanto sia affascinante inseguire profili esotici o futuribili, questo tipo di progetto tecnico sembra più adatto a uno scenario di una Serie A già conquistata, e nella quale consolidarsi. Martedì a Cremona, contro un'altra squadra in crisi di identità. Sarebbe auspicabile cercare, per quanto possibile, di non passare dal critico al drammatico