Palermo, 5 giorni per 8 operazioni: servirà una masterclass di Osti
Parecchie operazioni in entrata intavolate, tra cui quelle col Venezia per Pohjanpalo e Candela, ma la lista over è full. In casa Palermo serve operare sulle uscite
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Facciamo i conti: il mercato chiude lunedì 3 febbraio a mezzanotte. Il Palermo, tra entrate e uscite, dovrebbe completare otto operazioni almeno. Il rischio che col passare del tempo qualcuna salti non è da escludere, proviamo ad analizzarle reparto per reparto.
In difesa il nome in uscita è quello di Nedelcearu. Il centrale rumeno, in scadenza, ha mercato all’estero, ma ancora non si ha notizia di offerte concrete. Inoltre, sempre nel reparto arretrato, dovrebbe perfezionarsi lo scambio Diakitè-Candela (consideriamolo come unico movimento), che verrà formalizzato sulla base di due prestiti, ma occhio al disturbo del Sassuolo per il laterale italiano.
A centrocampo uscirà Saric. I rosanero stanno via via abbassando le pretese per il calciatore, con il Cesena di Mignani pronto a sferrare il colpo: si va verso un prestito con diritto di riscatto che diventa obbligo nel caso di A per i romagnoli. Il suo posto potrebbe essere preso da Luca Mazzitelli, in uscita dal Como per sua volontà. Il Palermo apprezza molto il calciatore, e lo porterebbe volentieri in Sicilia.
In attacco Henry saluterà. Il centravanti francese tornerà alla base (Hellas) e verrà rigirato in prestito. Anche Insigne, tagliato fuori dal cambio modulo, è in uscita: per lui i problemi sono legati all’ingaggio molto oneroso che percepisce, a cui il Palermo non vuole compartecipare in caso di partenza; non sarà un’operazione facile. Infine, il grande colpo Pohjanpalo: la trattiva col Venezia sta diventando una telenovela, anche se è tutto definito si aspetta che il club lagunare prenda un sostituto.
A queste otto operazioni, che sembrano le più probabili, non aggiungiamo le eventuali cessioni di qualche under (Buttaro, Appuah) o qualche partenza clamorosa a sorpresa, e neanche un arrivo in porta (Audero). Insomma, di carne al fuoco ce n’è tantissima, servirà una masterclass del direttore sportivo Carlo Osti affinchè, di questo arrosto, niente vada in fumo.