Monachello: «A Palermo non giocano i giocatori in prestito»
L'ex attaccante rosanero ha parlato sulla sua esperienza in Sicilia

Si è salvato ai play-out con l'Ascoli compiendo, di fatto, un'impresa. Gaetano Monachello può ritenersi soddisfatto della sua stagione con i bianconeri, meno nella prima parte con la maglia del Palermo, autore soltanto di una rete. L'attaccante ha parlato della sua avventura siciliana ai microfoni di Mediagol:
«Sono arrivato a Palermo non facendo il ritiro, per ben due volte ho avuto uno stiramento nello stesso punto e non si riusciva a capire cosa avessi. Quando sono rientrato non ho avuto spazio per determinate dinamiche che si erano create, ho giocato soltanto 55 minuti. Sono arrivato in prestito con diritto di riscatto e contro riscatto. A Palermo sapete che gioca chi è di proprietà, non quelli che arrivano in prestito. Non vale lo stesso discorso in una società più piccola come l’Ascoli, dove magari ci sono meno giocatori - ha rivelato Monachello -. Non essendo di proprietà del Palermo ho fatto più fatica degli altri, poi ho avuto questi due stiramenti e avevo bisogno di rimettermi in gioco. Sapevo che me la sarei dovuta giocare con gli altri, dovevo aspettare il mio momento, ma anche per colpa degli infortuni non è mai arrivato».
TEDINO
«Il rapporto con il mister è sempre stato leale, mi parlava sempre con grande sincerità, mi diceva che sono un calciatore forte. Quando ho firmato con l’Ascoli mi ha chiamato e mi ha fatto un grosso in bocca al lupo, dicendomi di continuare così. Questo mi ha fatto piacere, nonostante fossi andato via si è ricordato di me. Dico la verità, Tedino è una grandissima persona. Avrei voluto fare di più, il gol con la Salernitana è stata una soddisfazione. A me piace lottare per ottenere un posto. Nestorovski e La Gumina sono due attaccanti fortissimi. Nino è un mio grande amico, ci siamo sentiti ieri dopo il play-out. Così come Nestorovski che per me è un giocatore da Serie A. Mi aspettavo l’esplosione di Nino, ha grande quantità e farà strada. Ho la coscienza a posto perché ho sempre lottato durante ogni allenamento, poi le scelte le fanno gli allenatori e altre persone».