Gila cambia le abitudini di Zamparini

Un'operazione che non riguarda un giovane talento. Una mossa ben diversa da molte altre e che nasconde un'insidia.

Gila cambia le abitudini di Zamparini

Decisamente in controtendenza, quasi un'eccezione che conferma la regola: l'età (33) e la cifra dell'ingaggio (un milione e 100 a stagione, fino al 2018)) cambiano le abitudini e le strategie che Zamparini ha seguito costantemente negli ultimi anni. Con l'operazione Gilardino il presidente ha fatto quel che solitamente non fa: puntare su un giocatore non più calcisticamente giovane e pagargli un ingaggio che va abbondantemente sopra il tetto massimo stabilito dallo stesso Zamparini (800). In questo caso la ricerca di giovani talenti (quasi sempre stranieri) da formare, lanciare e rivendere con cospicuo guadagno ha lasciato il posto ad un'operazione che porta in rosanero l'usato garantito, senza spese di acquisto (cartellino) ma con un investimento impegnativo per la manutenzione. Se sta bene fisicamente, immagino che Gilardino potrebbe essere un elemento da almeno 13-15 gol a campionato. Un protagonista. Dunque, è un'operazione che ha una sua logica tecnica.

Adesso diventa interessante scoprire cosa accadrà: tutti ci chiediamo se Gilardino diventerà il trascinatore dei rosanero. E questo argomento riguarda il campo. Poi sarebbe interessante sapere se questa eccezione voluta da Zamparini segna una svolta nelle strategie del presidente (potrebbe puntare in futuro qualche altro giocatore di livello?). E poi, e questa è la cosa che preoccupa più di altre il presidente, se questo sforamento del tetto degli ingaggi aprirà un varco per le richieste di aumento di parecchi giocatori, quantomeno di quelli più importanti o quelli rappresentati da procuratori dinamici, svegli e decisi a tutto. Il rischio di operazioni del genere: svegliare quelli che stanno dormendo. Una corsa all'aumento. Ma sono rischi che un'azienda che vuole crescere deve saper affrontare.