Difesa e centrocampo, quanti bluff. Ma non mancano le note liete

Poca qualità ed errori in serie per i due reparti. Non solo incognite: il Palermo può contare anche sul talento.

Difesa e centrocampo, quanti bluff. Ma non mancano le note liete

Il reparto più numeroso nonché il più fragile. La difesa rappresenta il vero tallone d'Achille di un girone d'andata amaro per il Palermo. Ben 35 gol incassati in appena 18 gare, numeri allarmanti che inducono alla riflessione sulla bontà della rosa allestita in estate dal club di viale del Fante. Tanti, troppi errori e gare spesso condizionate dalle mancanze del singolo o dell'intero reparto. In mezzo non raggiungono la sufficienza Andelkovic, Cionek, Gonzalez e Goldaniga, a turno responsabili in occasione dei gol messi a segno dagli avversari. 

 

Giudizio sospeso su Rajkovic, condizionato dai tanti infortuni che ne stanno pregiudicando la stagione d'esordio in Serie A, e Vitiello, in estate partito coi gradi di capitano salvo poi essere schierato col contagocce. Sugli esterni, dopo una partenza interessante è andato via via calando il rendimento di Aleesami, mentre più costante si è rivelato il rendimento di Rispoli, peraltro a segno contro Inter e Genoa. Non ancora al top della condizione Morganella, lo scarso impiego non permette di valutare il rendimento di Pezzella.

 

A centrocampo, la grande delusione porta il nome e il cognome di Oscar Hiljemark. Lo svedese fa fatica a integrarsi e le prestazioni non corrispondono alle attese nutrite da tifosi e società, presidente Zamparini in primis. Nulla di nuovo sotto il sole per quel che riguarda Chochev e Jajalo: tanto cuore, qualche giocata sopra le righe ma il rendimento continua a essere altalenante. Ci si attendeva qualcosa di più dalle new entry Gazzi e Bruno Henrique, la cui resa a corrente alternata è stata probabilmente condizionata dalla mancanza di continuità in termini di progetto tecnico. 

 

Poco più che una meteora Bouy, quasi mai visto in campo. Finale in crescendo per Quaison: Corini sta riuscendo nell'impresa di valorizzare un giocatore che nelle prime due stagioni si era distinto per un'inspiegabile discontinuità di rendimento. Adesso tocca alla società fare uno sforzo per non perdere lo svedese, in scadenza di contratto a giugno 2017. Patrimonio custodito o ennesimo addio al sapore di rimpianto? Basta attendere per scoprirlo.