Massimo rispetto per il finto nonnetto

Gilardino ha disintegrato l'ironia a suon di gol e di impegno. Un grande bomber che si batte per la maglia e per i record.

Massimo rispetto per il finto nonnetto

A questo punto, dopo accuse e scetticismo, dopo aver messo in dubbio non solo le doti, ma anche l'impegno di questa squadra, forse è bene spendere parole d'encomio per quei professionisti che indossano la maglia scomoda del Palermo con sacrificio e dignità.

Perché se è vero che portare la rosanero con rispetto e abnegazione è un dovere, è vero anche che è un diritto vestire questa maglia con serenità e fiducia.

Allenarsi da settembre ad ottobre con Iachini, e fino a dicembre con Ballardini, e poi autogestirsi fino a gennaio per poi assistere al via vai di Viviani, Bosi, Schelotto e Tedesco e al ritorno al punto di partenza, da Iachini, ecco: mantenere la calma e la classifica immersi in questo mare mosso non dev'essere una passeggiata.

Alberto Gilardino non aveva fatto in tempo a raggiungere Palermo ed era già l'oggetto preferito di facili ironie sull'età e di scommesse sbagliate sull'apporto che avrebbe dato. Ha fatto gol. Di nuovo. E ancora una volta ha dato prova di non avere occhi né orecchie per le critiche degli eterni insoddisfatti. Ma la porta sì, la vede benissimo.

Allora è giusto che certi professionisti della critica di pancia chiedano scusa agli altri professionisti.

Ed è bene farlo in tempo, prima che l'inchiostro si asciughi e racconti di un attaccante campione del mondo che a Palermo è stato accolto come uno qualunque, che ha battuto record senza incertezze, ma tra i mille dubbi degli spettatori.

Oggi, dopo le critiche di inizio anno di Zamparini, dopo la scarsa fiducia di Ballardini e di tutto l'ambiente rosanero, Gilardino è a tre passi da Del Piero e Signori nella classifica generale dei marcatori della Serie A, ha appena scavalcato Batistuta.

Basta una foto (quella di Pasquale Ponente che accompagna l'articolo) a raccontare la voglia, la grinta, la fame di gol di questo grande centravanti.

Siamo fortunati, perché questa sua sfida personale non può che aiutare ancora i nostri colori.

Foto di Pasquale Ponente.