Il calciomercato diventa determinante
La coperta è corta, servono soluzioni. Manca l'alternativa a Gilardino, che difetta in continuità di gol e di rendimento.

Poco più di un mese ma chi di dovere è già al lavoro. Per colmare delle necessità più che per rifinire dei dettagli. Non sarà un gennaio inoperoso in sede di calciomercato per il Palermo. Le ultime uscite lo stanno sottolineando, specie il ko con la Juventus: servono soluzioni puntuali e multiple a Ballardini e in questo senso la coperta, per il tecnico rosanero, è assai corta. Specie in attacco. Chi è l’alternativa di un Gilardino che difetta in continuità di gol e rendimento? Al momento, nessuna risposta per Ballardini. Che contro la Juve ha dovuto mandare in campo Trajkovski al posto dell’ex Fiorentina e Bologna, costringendo il macedone a una magra figura al cospetto della retroguardia bianconera.
Questione di caratteristiche, fisiche prima ancora che tecniche. Uno che allo Zulte Waregem giocava da trequartista o da esterno d’attacco in un tridente, non potrà mai essere un “puntero”, un riferimento centrale per la squadra. E allora, magari Djurdjevic, giovane che ha già messo a segno un gol ma che ha un conto aperto con la sfortuna. Insomma, un altro talento che tutti, Ballardini in primis, devono scoprire.
Il direttore sportivo Gerolin (foto di Pasquale Ponente).
Il problema, però, è che le scommesse non sempre pagano. E il tempo, specie in un campionato così equilibrato, è preziosissimo. In nuove certezze, spera proprio il tecnico del Palermo. In attacco, dove le lacune numeriche sono più evidenti, ma anche fra centrocampo e difesa. Brugman, l’unico trequartista sin qui testato da Ballardini. E decisiva è l’importanza dell’elemento fra le linee di attacco e centrocampo nello schema preferito dell’allenatore del Palermo. Che aspetta anche il definitivo recupero di Morganella: inconsistenti, alla prova del campo, le prove di Struna (sostituito due volte su due) e Rispoli. Insomma, una lista della spesa in cui… ballano un po’ di nomi. Idee nuove per non complicarsi ulteriormente la vita in una stagione difficile come da tempo non accadeva.