Un colore su cui investire per la «sakura» palermitana
Maurizio Greco
Rosa. Certo, è solo un colore ma puó significare anche tante altre cose: chi non ricorda la canzone «la vie en rose» della mitica cantante francese Edith Piaf, oppure chi di noi non usa l’espressione vedere tutto rosa in contrapposizione al vedere tutto nero. Rosa non è dunque solo un colore ma anche una situazione, un desiderio, rosa è il colore simbolo della speranza, della rinascita.
Rosa è il colore del fiore di ciliegio, di cui sono pieni i parchi giapponesi a primavera, in quel periodo dell’anno che i nipponici chiamano «sakura» e che vuole essere il ritorno alla vita dopo il lungo e triste inverno.
E proprio in Giappone, ma anche in tutta l’Asia in genere, il colore rosa ha un significato e una predominanza particolare. Ricordo ancora i giorni in cui viaggiavo diffusamente per i vari Paesi asiatici, in particolare quella domenica a Tokyo in cui uscii dall’hotel e vidi la cittá interamente tappezzata di rosa. Erano i tempi in cui il Palermo raggiungeva i suoi migliori successi e per un attimo, quella mattina, ho pensato che la cittá di Tokyo volesse rendere omaggio alla squadra della mia cittá con i colori piu belli del mondo.
In realtá si trattava "solo" della maratona di Tokyo e tutte le scritte, le indicazioni, erano riportate in rosa con diciture in nero, persino gran parte dei cartelloni pubblicitari mettevano il colore rosa in bella evidenza, facendo apparire la capitale del Paese del Sol Levante simile a quelle borgate palermitane nei giorni dell‘ «Andiamoci» o nel periodo antecedente la finale di Coppa Italia, quando non solo Palermo ma anche la cittá eterna di Roma, evidenziava questo magnifico colore a causa della salita di 40.000 palermitani (salita o calata visto che a Roma arrivarono da tutto il mondo quindi anche dal nordeuropa, persino dagli USA).
Da quel momento capii quanto il rosa fosse importante per gli asiatici, visto che situazioni simili le ritrovai in Cina, in Corea, a Singapore, persino in Indonesia e Tailandia. E fu per me un motivo in più per amare e comprendere le meravigliose civiltà di quei Paesi.
Ai giorni nostri, quando il rosa della nostra squadra si è sempre piú offuscato e tende sempre più ad apparire nero, tanto quanto l’incubo del nostro campionato attuale e le previsioni per il nostro futuro, ecco, come per magia, riapparire il rosa: una scuderia di Formula 1, di proprietá indiana ma con sede in Inghilterra, viene obbligata da uno sponsor austriaco ad adottare il colore rosa per le proprie vetture da corsa. Ma non un rosa qualunque, bensì il miglior rosa delle nostre maglie, al punto che il neopresidente della nostra squadra, con un’operazione di marketing geniale, ha avvicinato quella loro operazione ai nostri colori. Ecco che i piloti della scuderia indiana entrano in pista con la maglia del Palermo, ridando orgoglio al rosa e ponendo in molti il dubbio che non si tratti di casualità.
Tanti cominciano a pensare che forse è in atto una grande operazione di global branding atta a penetrare proprio quei mercati asiatici che nel rosa vedono il ritorno alla vita, e quindi il successo. Ed ecco che in tanti nella città rosa per antonomasia sognano... Sognano che anche il Palermo possa far parte di questo progetto e che il nero torni a riprendere il colore della vita, il pessimismo faccia spazio all’ottimismo. E pian piano sembra riemergere il rosa. Si tratta solo di sogni, ma anche questi, quando sono belli, sono sempre a tinte rosa.
Maurizio Greco