L'ex dg della Juve, Luciano Moggi, ha commentato il verdetto della Cassazione che ha prescritto l'accusa contro di lui ed altri per associazione a delinquere,oltre ad annullare la frode sportiva, con queste parole: "Abbiamo scherzato per nove anni e questa è una cosa spiacevole, perché questo processo abnorme si è risolto in nulla: solo tante spese etante persone rovinate. In nove anni si è appurato che il campionato è stato regolare, i sorteggi regolari e non ci sono state conversazioni sulle designazioni".
Ma anche se è legittimo che lui, nella sua soddisfazione, possa consegnare alla stampa queste dichiarazioni, occorrerebbe ricordargli che non è stato assolutamente uno scherzo lungo nove anni, ma che si è trattato di un processo che ha giudicato il piùgrande scandalo sportivo del dopoguerra, e che se la Cassazione con la prescrizione ha cancellato la sua precedente condanna 2 anni e 4 mesi, oltre a quelle degli altri imputati, è stato soltanto una conseguenza dell'incapacità dello Stato italiano nell'amministrare la giustizia penale, che dopo nove anni non ha avuto nè la forza nè la rapidità di giudicare secondo la legge.
Certo, ne sapremo di più quando si possono leggere le motivazioni della sentenza,ma vale la pena ricordare che la prescrizione non vuol dire assoluzione, ma solo l'estinzione di un reato dopo un determinato periodo di tempo. E talvolta capita che l'attività e l'abilità degli avvocati sia rivolta al trovare tutti quei cavilli utili a dilatare i tempi dei processi, per arrivare, appunto, alla prescrizione.
Basti ricordare cosa ha detto il procuratore generale Gabriele Mazzotta nella suarequisitoria, quando ha rimarcato “l’esistenza di una associazione a delinquerefinalizzata a condizionare i risultati delle partite, le designazioni arbitrali, le carriere dei direttori di gara, e l’elezione dei vertici della Lega calcio”.
E invece, per come era ampiamente previsto, è sopravvenuta la prescrizione. Molti la spacciano per assoluzione, come se non fosse accaduto nulla... Ma non è la stessa cosa.