Zamparini e soci rischiano, nomi e sviluppi delle indagini

La Procura continua con i controlli, vengono fuori ulteriori aspetti che fino a questo momento non si conoscevano

Zamparini e soci rischiano, nomi e sviluppi delle indagini

Si arricchisce di nuovi scenari l'inchiesta condotta dalla Procura nei confronti del patron del Palermo Maurizio Zamparini

 

Come racconta oggi Riccardo Arena, sulle pagine del Giornale di Sicilia, le indagini confermano che non è solo l'imprenditore friulano ad essere coinvolto, ma sono addirittura otto gli indagati e, stando agli ultimi aggiornamenti, adesso sono noti tutti i nomi. È stato circoscritto il periodo che la Procura sta analizzando, un arco di tempo che va dall'inverno del 2016, nei mesi della sessione di calciomercato, passando per il 30 giugno dello scorso anno, quando è stato presentato il bilancio consuntivo riguardante il 2015, fino ad arrivare al 13 giugno di quest'anno, un mese e mezzo fa. 

 

I reati di cui sono accusati i protagonisti della vicenda sono ormai noti, ma agli ormai acclarati "falso in bilancio, appropriazione indebita, autoriciclaggio e riciclaggio" si aggiunge il favoreggiamento attribuito al commercialista di Gallarate Anastasio Morosi (uno degli otto indagati), che, secondo la Guardia di Finanza, in questa vicenda ha un ruolo di grande rilevanza. 

 

Il fatto che Maurizio Zamparini sia accusato, tra le altre cose, di aver commesso un reato transnazionale, in quanto avrebbe agito con un gruppo criminale che opera in più Stati in occasione dell'approvazione di due bilanci, peggiora ancor di più la posizione del patron rosanero.

 

Tra gli indagati, oltre al figlio Paolo Diego, risulta essere anche la segretaria di Zamparini degli uffici di Vergiate, Alessandra Bonometti, insieme a lei: Domenico Scarfò e Rossano Ruggeri

 

Menzione a parte per i due vertici di Alyssa, la presunta società anonima lussemburgese che avrebbe acquisito la Mepal dal Palermo Calcio: il presidente del Cda Luc Mathias Jos Mari Braun, lussemburghese, e il consigliere ed amministratore delegato Jean-Marie Servais Poos, belga. Sulla questione Mepal risulta più di qualche sospetto, visto che, per chi indaga, si è trattato di una vendita fittizia e che le tasse, che in ogni caso dovevano essere pagate, non sono state pagate da Zamparini senior e i due soci stranieri, che si sono avvalsi della Pex, meccanismo tributario che esclude la tassazione su una plusvalenza realizzata. 

 

Inoltre, sulla vendita del marchio si è aperto il famoso contenzioso con Unicredit, visto che il Palermo aveva ceduto il proprio marchio in leasing nel 2006 a Locat (ora Unicredit Leasing), contratto conferito nel 2014 a Mepal in modo da realizzare una plusvalenza di 30 milioni nel bilancio di quell'anno. Il Palermo versò poi una rata di 9 milioni ad Unicredit, riservandosi dunque 21 milioni. 

 

L'altra accusa, quella di appropriazione indebita, riguarda gli strani movimenti effettuati nella sessione di mercato invernale dello scorso anno: in particolar modo l'affare Balogh, acquistato ufficialmente 2,2 milioni di euro e per cui sono stati pagati altri 2,8 milioni di commissione ai procuratori. Il sospetto è che Zamparini abbia tenuto quei soldi per sé.

 

Ma quello dell'attaccante ungherese è solo uno dei possibili altri esempi, se si tengono in considerazione i tanti affari conclusi negli ultimi due anni per l'acquisizione di giocatori slavi dal dubbio valore tecnico e, soprattutto, dal dubbio valore economico.