Tedino, mentalità cadetta. Contro gli umbri ottima lettura

Dalla prestazione dei rosa qualcosa è venuto fuori. A partire dalle scelte azzeccate del tecnico.

Tedino, mentalità cadetta. Contro gli umbri ottima lettura

Palermo-Perugia finisce 1-0. Vittoria di misura per gli uomini di Tedino.

Che misura? Difficile, dai novanta minuti di ieri, carpire indicazioni definitive che agevolino il giudizio su Nestorovski&co. Difficile perché la partita era di quelle toste, contro una delle candidate forti alla promozione diretta.

Dalla prestazione del Palermo, però, qualcosa è venuto fuori. A partire dall’ottima lettura tecnica di Bruno Tedino, che rinuncia ad un attaccante, Trajkovski, per attrezzare il centrocampo e rendere dura la vita al pericolo numero uno degli umbri, il regista Colombatto, dai piedi del quale passa gran parte del gioco fluido dei grifoni.

La gabbia a metà campo ha negato l’accesso alle mezze ali perugine, concedendo agli uomini di Giunti soltanto il gioco in ampiezza, neutralizzato, seppur con diverse sbavature, dagli esterni rosa.

 

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Difesa da rivedere.

Qualche dettaglio su cui porre l'attenzione arriva anche dalla retroguardia.

L’inversione dei ruoli di Struna e Bellusci non ha pagato in termini di impostazione: l’ex Empoli è apparso ancora una volta troppo lento per i ritmi che certe partite impongono e mai lucido in fase di costruzione della manovra dal basso, peculiarità fondamentale per l’impianto di gioco di Tedino. Lo sloveno, del resto, aveva portato a casa solo buone prestazioni nei panni del regista difensivo: il fisico da stopper e le minori responsabilità in marcatura valorizzano indubbiamente le caratteristiche di Struna che, non a caso, impiegato da esterno nella linea a 3 ha faticato parecchio – rischiando anche il secondo giallo.

Da segnalare anche la discreta prestazione di Przemysław Szymiński, alla terza presenza da titolare: un buon ripiego in vista degli impegni in nazionale di Cionek.

 

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Motore della squadra.

Ancora una volta Eddy Gnahoré non delude le aspettative. Con il francese titolare il centrocampo rosanero cambia volto: l’immensa qualità – certamente da sgrezzare – abbinata ai 187 centimetri per 85 chili ne fanno un perfetto interprete sia nel 3-5-1-1 che nel 3-4-2-1, come centrale o come mezzala avanzata. Dopo le prime già promettenti uscite estive, Tedino non l’ha più lasciato fuori. Destino che potrebbe attendere anche Murawski, al quale, dopo il bel gol del pareggio a Foggia, è stata rinnovata la fiducia. Il polacco classe ‘94 non ha giocato la sua miglior partita, complice l’alta densità a metà campo che ha di fatto dimezzato i tempi di gioco e intasato ogni linea di passaggio verticale, ma rappresenta già un’ottima alternativa al sempre spento Jajalo. Su Chochev c’è poco da dire: il bulgaro ci prova anche, a volte azzecca l’inserimento o il passaggio buono. Poi, puntualmente, si eclissa, sparisce dai radar e, al momento giusto e nel posto giusto, fallisce l’occasione da gol. Una costante da quando veste la maglia rosanero.

Per passare alle corsie: Morganella e Rispoli devono palesemente raggiungere un livello di preparazione atletica adeguato. Sulle gerarchie nell’out di destra non ci sono molti dubbi, ma il vice capitano al momento è un lontano parente del tornante infaticabile apprezzato la scorsa stagione.

 

La luce del Palermo.

Probabilmente, senza di lui gran parte dei sette gol realizzati dai rosa in queste prime cinque giornate di campionato non sarebbe arrivata: Igor Coronado illumina una squadra che ha la vitale necessità di essere presa in spalla e guidata. Il brasiliano rende onore alla maglia che indossa, non appena gli si concede un secondo e un metro in più ecco che parte l’invenzione. Il vero freno, purtroppo, non sono gli avversari, ma i compagni: se la manovra non viene filtrata dal centrocampo, il numero 10 deve accorciare, farsi dare il pallone a quaranta metri dalla porta e da lì imbastire l’azione offensiva. Dispendio di energie che paga negli ultimi spesso decisivi minuti di partita.

Nestorovski ancora in ombra: in due occasioni – ghiotte – arriva in leggero ritardo e non conclude. Appannato e macchinoso, il contributo del macedone, fin qui, è stato più incisivo nei movimenti senza palla che in fase di finalizzazione. L’anno scorso, alla sesta giornata, arrivò il suo terzo gol in campionato. Magari lunedì, contro la Pro Vercelli, eguaglierà quel ruolino di marcia. Intanto, la sua assenza – o flebile presenza – si fa sentire.