Jajalo e Moreo a testa altissima, da Rossi segnali di paura
Una prima frazione caratterizzata da un buon ritmo offensivo e dalle solite amnesie nella zona arretrata; un secondo tempo inconsistente e dominato dallo Spezia al netto degli ultimissimi minuti di gioco: il risultato finale è un pareggio per 2-2 già di per sé non funzionale che fa ancor più male pensando al clamoroso esito della sfida testa-coda tra Padova e Lecce. L'ennesima conferma di quanto il Palermo abbia sviluppato una sinistra tendenza al Tafazzismo.
Le prestazioni individuali dei giocatori rosanero sono state caratterizzate da ombre e luci. Dalla contesa contro lo Spezia escono a testa altissima sia Jajalo (7) che Moreo (7) le cui rispettive reti del provvisorio pareggio e dell'illusorio vantaggio sono espressione dell'impegno e della determinazione messa in campo da entrambi: la forza delle loro rispettive esecuzioni (spettacolare quella del bosniaco; più semplice quella del 9) è in tal senso icastica. Seppur non suffragata da grande qualità resta da apprezzare anche la prestazione di Murawski (6 +) che ha fatto il lavoro sporco di sua competenza giocando parte del secondo tempo su un ginocchio dolorante. La sua parte in un certo senso l'ha fatta Brignoli (6 +) forse non impeccabile sul secondo gol spezzino ma decisivo nell'evitare il tracollo con una superlativa doppia parata su Ricci e Okereke. Apprezzabile infine anche lo spirito messo in campo da Mazzotta (6 +) subentrato nei minuti finali con un piglio importante.
Se Jajalo e Moreo hanno incarnato le cose positive fatte vedere dal Palermo, ciò che invece non è andato è perfettamente rappresentato dalle partite dei due terzini. Rispoli (5) è partito bene nei primi minuti per poi sparire mentre Aleesami (5) a fronte di una discreta spinta offensiva ha sofferto maledettamente in fase di copertura facendosi uccellare dall' uno-due Maggiore-Okereke in occasione del primo gol venendo poi bruciato ancora da Maggiore in terzo tempo in occasione del secondo gol, per quanto vero che la copertura aerea non fosse certo la sua prerogativa. Come mai su quel cross non ci fossero né Rajkovic (5,5) né Szyminski (5,5), mai fuori posizione ma apparsi in sofferenza contro i rapidi Gyasi e Okereke, resta un mistero: certo comunque è che delle responsabilità le ha anche Haas (5,5) abbastanza presente in fase offensiva ma totalmente in balìa del suo opposto quando c'era da difendere.
A risultare deficitario alla fine dei conti è stato anche il contributo dei giocatori offensivi. Nestorovski (6 -) sfortunato in occasione del palo preso è stato cercato il giusto dai compagni ma si è fatto vedere poco tra le linee quando la situazione lo richiedeva; Falletti (5) è stato totalmente evanescente e lo stesso discorso lo si può applicare a Trajkovski (5). L'unico, Moreo a parte, a non meritare una bocciatura tra gli attaccanti rosanero è un Puscas (6) forse tenuto troppo a lungo in naftalina, che sul gong stava andando vicino al gol che avrebbe potuto cambiare la storia di una stagione.
Anche se la sconfitta del Lecce sul Padova lascia ancora i giochi aperti, il Palermo (5) ha perso definitivamente la possibilità di riprendere in mano le redini delle operazioni con il terzo pareggio consecutivo maturato dopo aver vanificato un vantaggio. Al di là delle aspettative, l'impatto di Delio Rossi (4,5) sulla panchina del Palermo non è stato di certo positivo. Nella conferenza stampa precedente alla sfida di Livorno, il tecnico rosanero aveva giustamente affermato la non giurisdizione della paura in ambito calcistico ma la scelta di non voler sbilanciare la squadra come se ci fosse qualcosa da difendere è una mossa che (allo stesso modo del cambio Szyminski-Rispoli sull'1-1 scorsa settimana) può essere motivata solamente da un eccesso di prudenza, che della stessa paura è declinazione diretta. Non proprio il migliore dei segnali che si possa mandare in questo momento.
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