Mettiamoci d'accordo su Gilardino

Per prenderlo il Palermo ha fatto i salti mortali. Lui segna più degli altri ma non basta. La concorrenza aumenta.

Mettiamoci d'accordo su Gilardino

Prendete un calciatore che ha già raggiunto l'apice della carriera, sovraccaricatelo di responsabilità, inseritelo in un contesto di squadra con tanta volontà ma pochi piedi buoni. Infine, cambiate tre allenatori (con altrettante differenti metodologie di lavoro) e dichiarate pubblicamente di essere delusi dal suo rendimento. Ecco le cinque mosse per demolire un campione del Mondo.
Parliamo di Alberto Gilardino. Attenzione: siamo certi che nessun tifoso si aspettasse un Gila in versione Superman, risolutore di tutti i problemi rosanero. Ma nel bene o nel male i numeri premiano l’ex Fiorentina, autore di sei reti (capocannoniere della squadra, ferma a un totale di 19) in 1239 minuti, compresa la Coppa Italia. Due di queste sono state decisive (il pareggio con l’Inter e l’1-0 al Chievo Verona), le altre utili solo per gli almanacchi. Il dato però non ammette molte interpretazioni: se c’è un giocatore in grado di trasformare in oro qualsiasi pallone arrivi in area di rigore, quello è Gilardino.
Da quando il presidente Zamparini lo ha criticato, però, l’attaccante ha trovato sempre meno spazio. Nelle ultime cinque uscite contro Frosinone, Sampdoria, Fiorentina, Verona e Genoa, non ha mai completato una partita. Ha vestito i panni di subentrato e sostituito. E in più, ha visto arrivare a Boccadifalco prima Arteaga (a proposito, la parentesi palermitana potrebbe chiudersi ancor prima di iniziare) e poi Balogh. In più, una volta tornato Djurdjevic a pieno regime, se l’è dovuta vedere con lui per una maglia da titolare. A giugno la concorrenza sarà ancora più ampia per l’acquisto di Nestorovski.
Osservando la situazione dall’esterno, sembra quasi che Gilardino sia stato relegato ai margini. Ed è strano, perché per convincerlo a vestire la maglia rosanero, la società ha dovuto rivedere la politica degli ingaggi, garantendogli il massimo consentito dal bilancio.
Se non altro, il grande stato di confusione attorno alla squadra ha provocato un piccolo miracolo: i tifosi, nonostante lo odiassero per i precedenti colorati di viola, sono dalla parte di Gilardino.

Foto di Pasquale Ponente.