La forza d'urto del Palermo

La forza d'urto del Palermo

Un successo netto, arrivato abbinando maturità e qualità come forse mai era accaduto. La partita con la Reggiana era una sfida che il Palermo non poteva approcciare senza avere in testa un unico risultato. Perché al Barbera non si vinceva da troppo, perché la batosta di Modena doveva almeno in parte essere assorbita, e finalmente delle risposte incoraggianti sono arrivate. 

I rosa l'hanno portata a casa trovando quegli elementi che spesso erano mancati in casa: intensità, fluidità, concretezza, agonismo. Contrasti sempre duri, giocate intelligenti, duelli e seconde palle quasi sempre a favore. E questo, se hai tanta qualità come la squadra di Dionisi (ottimo nelle scelte iniziali e in corso d'opera), ti mette già il percorso in discesa. 

La continuità nei 90 minuti in generale c'è stata, perché la ripresa, meno arrembante, è stata comunque gestita lucidamente, tolta quell'amnesia difensiva risolta da un Gomes disumano. Per lui la prima gioia personale in maglia rosanero, a coronare un inizio di stagione da leader e giocatore oltre qualsiasi limite della categoria. Il centrocampo ha girato a meraviglia, con la regia a tuttocampo di Verre che ha dettato perfettamente i tempi e le misure ai compagni; anche grazie a lui Insigne, Di Francesco, ma anche i terzini, si sono espressi al meglio, risultando costantemente pericolosi e molto più efficaci superata la metacampo. La difesa ha retto, Henry ha segnato e lottato, positivi anche gli ingressi. 

Una prova che riempie i polmoni di aria buona a un Palermo che doveva trovare contatto con il suo popolo attraverso il ritorno ai tre punti e una prestazione di sacrificio, con la mentalità giusta, oltre a qualsiasi altra questione tecnica o tattica. Il passo è stato importante, era necessario, ma ora i rosanero sono chiamati a trasformarlo in una camminata veloce e magari poi in una corsa spedita. Al netto di qualche carenza o lacuna, questa squadra ha quello che serve per regalarsi un campionato avvincente. Deve solo non perderne mai la consapevolezza