Eugenio Corini ha già impresso la sua impronta
Articolo di Peppe Musso
Il Palermo ha vinto, e si appresta ad affrontare una settimana caldissima tra il mercato e la partita di venerdì sera a Bari.
Il Palermo ha vinto grazie alla spinta del suo pubblico, alla grandezza di bomber Brunori, ma anche grazie all'apporto di mister Eugenio Corini. L'allenatore bresciano, da signore qual è, in conferenza ha esordito dicendo che questi tre punti sono in larga parte merito del lavoro svolto da mister Baldini e da mister Di Benedetto. Ma non è del tutto vero.
Dietro alle parole di Corini (che ovviamente hanno un grosso fondo di verità) si possono già notare però i primi chiarissimi segni che l'impronta di un nuovo corso tattico sta nascendo. Prima di tutto, la costruzione dal basso, anzi dal bassissimo: avere un portiere dai piedi educatissimi come Mirko Piglacelli ti consente di uscire palla a terra praticamente dalla linea di porta, un grandissimo vantaggio per una squadra sicuramente votata al gioco e non alla spec/
- /azione, vantaggio che sicuramente aumenterà una volta che i rosanero passeranno a tre a centrocampo.
Un'altra variazione chiara è stata il costante affidamento ai cambi di gioco: una pratica che ti permette di sfruttare appieno la grande vena creativa di terzini ed esterni, e in particolare Salvatore Elia ha fatto vedere di cosa è capace se gli si concede un po' di spazio.
Infine, una maggiore centralità nel gioco da parte delle punte: che Brunori fosse un finalizzatore implacabile lo sapevamo, ma se dovessimo anche scoprire di avere una punta che sa far segnare i compagni, allora staremmo parlando di un attaccante da serie A.
Insomma, sia pur in punta di piedi, ma mister Eugenio Corini sta già plasmando il Palermo, a sua immagine e somiglianza.