Una città intera in subbuglio, un allenatore in bilico, un presidente infuriato e una tifoseria visibilmente e comprensibilmente preoccupata. L'aria che si respira a Palermo e attorno alla squadra del capoluogo siciliano è intrisa di sensazioni negative e sfoghi passionali alla vigilia di una partita che inizia ad assumere i contorni del primo fondamentale crocevia della stagione rosanero. Sembrano già distanti nel tempo le prodezze del duo Vazquez-Dybala, gli audaci inserimenti di Rigoni e gli interventi puliti ed impeccabili di Giancarlo Gonzalez, nonostante sia trascorso un solo anno. Con undici giornate di campionato alle spalle e in attesa di conoscere l'esito di Palermo-Chievo, è già scoccata l'ora di redigere i primi bilanci e di scandagliare le differenze sostanziali che intercorrono con la precedente stagione.
Il gioco latita, le qualità individuali faticano ad emergere e la compattezza del gruppo appare tutt'altro che granitica. L'attuale posizione occupata in classifica dalla squadra di Iachini e i soli due punti di vantaggio sulla zona retrocessione testimoniano le difficoltà incontrate fino a questo momento sia a livello di fluidità della manovra che di risultati conseguiti. Confrontando i dati dell'attuale stagione con quelli dello scorso anno, però, non sembrano sussistere divergenze così evidenti e lampanti, tali da giustificare il pessimismo cosmico di stampo leopardiano che serpeggia tra tifosi e addetti ai lavori. I punti collezionati da Dybala e compagni fino al 9 Novembre 2014, giorno in cui si è giocata Palermo-Udinese valevole per l'undicesima giornata della massima serie, ammontavano a tredici, due in più di quelli al momento accumulati dalla compagine siciliana. Risultati simili a fronte di una rosa, quella attuale, privata di alcuni elementi che hanno costituito i pilastri indispensabili del recente passato non adeguatamente sostituiti durante il mercato estivo, ovvero Munoz, Barreto e Dybala.
Abbiamo sottolineato più volte, in questi giorni, la comprovata sterilità dell'attacco rosanero e la fatica mostrata nel trovare la via del gol. Ancora una volta, però, i numeri ci portano ad accostare le due stagioni prese in esame in questa sede: a parità di partite disputate, sono undici le reti realizzate fino a questo punto e dodici quelle messe a segno esattamente un anno fa. Le differenze riguardano, semmai, i giocatori che sono finiti sul tabellino dei marcatori: un maggiore apporto degli attaccanti allora, un maggior numero di gol provenienti dalla zona mediana del campo ora. A livello difensivo, invece, le statistiche rivelano che la porta difesa da Stefano Sorrentino è stata violata due volte meno rispetto alla passata stagione (sedici gol subiti contro diciotto). Ad influire profondamente sul suddetto risultato, le goleade consecutive subite contro Lazio ed Empoli con Djordjevic mattatore nella prima e il trio Maccarone, Tonelli e Pucciarelli capace di infilare la retroguardia rosanero per ben tre volte nella seconda.
Tra somiglianze e differenze, una città intera e i suoi tifosi si augurano che il risultato finale sia ancora una volta lo stesso: la permanenza in Serie A.