Binda: «Il Palermo ha bisogno della fiducia di Zamparini»

Binda: «Il Palermo ha bisogno della fiducia di Zamparini»

 

Sabato scorso è iniziato il campionato di Serie B dopo un'estate tribolata che ha portato alla tanto anomala quanto sorprendente riduzione delle squadre a 19 unità. Di questo e soprattutto delle prospettive del Palermo abbiamo parlato con Nicola Binda, giornalista della Gazzetta dello Sport e grande conoscitore delle dinamiche legate al campionato cadetto.

 

Dopo una tribolatissima estate caratterizzata da tre fallimenti societari, si è optato per bloccare i ripescaggi, varando così una Serie B a 19 squadre, un unicum nella storia della cadetteria. Secondo lei quali sono gli effetti a breve e lungo termine che produrrà questa scelta? In generale la ritiene giusta?

 

 

Intanto aspettiamo il 7 settembre, giorno dei ricorsi: bisognerà vedere il loro verdetto. Si tratta di una vicenda complessa, strana e discutibile. Comprendo le ragioni della società di Serie B, quest'anno le tre esclusioni testimoniano quanto sia difficile fare calcio, visto il momento storico economico italiano e la mancanza di sostegni. Le squadre non riescono a usufruire di risorse e hanno chiesto la contraction in modo da accedere a maggiori risorse. Conti alla mano la cifra che si ricava non è così clamorosa, ma dal punto di vista simbolico è un messaggio importante: meno siamo, più risorse abbiamo. La richiesta è assolutamente legittima, ma il modo in cui è stata portata avanti è discutibile: non si possono superare leggi ordinarie con provvedimenti straordinari fatti su due piedi. Il calcio invoca riforme e necessità di cambiamenti: per ora c'è il commissariamento ma mi auguro che la nuova Federcalcio riesca a fare una nuova riforma, che sia più convincente di questa.

 

«SIAMO IL PALERMO, ANDIAMO IN CAMPO PER VINCERE»

 

Il mercato, in virtù anche delle esclusioni che hanno liberato a costo zero moltissimi giocatori, ha rivoluzionato molto più di quanto accaduto nel recente passato le squadre. Chi vede come favorite per la promozione e quali sono secondo lei le possibili outsider per la Serie A, Palermo a parte?

 

 

Io credo che con meno squadre sarà più difficile salvarsi e andare in Serie A estremamente complicato. Io sulla Gazzetta ho fatto la mia griglia di partenza inserendo le tre retrocesse più il Palermo. Il mio ragionamento si basa su un dato oggettivo: sono le squadre più forti di tutte; hanno fatto una campagna acquisti importante ed hanno le credenziali per giocarsi la promozione. Poi le sorprese non mancano mai e per me la potenziale mina vagante è il Lecce, che ha fatto un bel mercato ed è senza dubbio ambiziosa. Poi ci sono squadre come Spezia, Brescia e Perugia, che hanno le possibilità di arrivare i play-off e giocarsela, così come anche la Cremonese.

 

AMMENDA PER IL PALERMO, UNO SQUALIFICATO DELLA CREMONESE

 

Passando proprio al Palermo, la cui situazione è sotto tutti i punti di vista complessa. All'indomani della sconfitta contro il Frosinone si era profilata nelle idee una rivoluzione che nei fatti è stata molto più moderata del previsto: i rosanero hanno mantenuto, al netto di tre elementi importanti ma comunque rimpiazzati adeguatamente, lo stesso organico dell'anno scorso. Cosa ne pensa del Palermo sotto un profilo meramente tecnico? A quali obiettivi può ambire questa squadra?

 

 

Io considero il Palermo una squadra in grado di ambire alla promozione diretta. L'importante è che non capiti quello che succeda l'anno scorso, quando le decisioni interne della proprietà hanno destabilizzato la squadra. Sono cose che sembrano marginali ma che in realtà fanno perdere il focus ad una rosa. Se si rimane con questa società il Palermo potrà non avere alibi: se poi in corsa Zamparini decide di intervenire creando confusione questo sicuramente non aiuterebbe. Il Palermo ha bisogno di certezze e il patron deve avere fiducia nella buonissima struttura che ha messo in piedi.

 

ZAMPARINI-PONTE: ANCORA CONTATTI. IN ARRIVO IL NUOVO PRESIDENTE?

 

Uno degli effetti immediati della sconfitta di Frosinone è stato il ritorno sulla panchina rosanero di Bruno Tedino, richiamato in squadra dopo l'esonero dell'anno scorso anche in virtù di quelle premesse di cui sopra, non del tutto concretizzatesi: già adesso, il tecnico trevigiano appare in bilico. Qual è la sua opinione in merito al mister rosanero? Pensa che possa essere, nonostante il recente passato, l'uomo giusto per provare a costruire il traguardo della A?

 

 

Io credo che sia l'uomo giusto: è un tecnico preparato e al tempo stesso esperto. Se però dovesse essere delegittimato in partenza, è un allenatore che finisce in un binario morto. Ricordo perfettamente sia la partita che la settimana di Venezia-Palermo, nella quale ci furono un sacco di circostanze e di cambiamenti che destabilizzarono l'ambiente e la sua guida. Se la proprietà lo sostiene con la squadra a quel punto i giocatori lo seguono e si va lontano: al contrario se lo dovessero delegittimare è meglio cambiarlo subito. La questione va risolta immediatamente in modo tale che la squadra pensi sin da subito al campo e a vincere le partite.

 

MOREO, NIENTE PIÙ SCUSE

 

A fronte di una situazione tecnica molto complessa, si vive un momento societario altrettanto complicato. In questo momento la società non ha un presidente, Zamparini dice un giorno sì e l'altro pure di voler vendere e voci e speculazioni su nuovi proprietari si rincorrono senza sosta. Che idea si è fatto in merito alla situazione societaria della squadra di Viale del Fante e quanto secondo lei questa può incidere nella storia della stagione rosanero?

 

 

Anche questo dipende dal patron. Zamparini deve fare chiarezza: non si può vivere nell'equivoco. Palermo è una piazza storica e appassionata che fa gola a tanti: saperlo in vendita muove tanti pretendenti. Un conto però è esserlo a livello mediatico, un conto è esserlo faccia a faccia. Zamparini deve parlare chiaro e decidere se continuare ad essere il proprietario del Palermo o cambiare. Queste voci non fanno bene all'ambiente.